La stretta sui “furbetti” del Superbonus comincia a dare i suoi frutti: in poco più di un mese i crediti bloccati hanno fatto un balzo in avanti da 1 a 4 miliardi.
I dati forniti dal premier Mario Draghi per spiegare la “riluttanza” del governo ad eliminare i paletti, come quello dell’Isee per le villette, riaprono lo scontro politico sul 110%.
L’intesa sulla manovra raggiunta con grande ritardo sul filo dell’esercizio provvisorio, e rimasta appesa per giorni proprio alla revisione del Superbonus, lascia strascichi di malcontento.
Verso il Superbonus il Premier riserva infatti parole molto dure. “E’ una misura che ha dato molto beneficio, ma ha creato distorsioni, come l’aumento straordinario dei prezzi e l’incentivo a moltissime frodi”, dice, sottolineando che è stato il Parlamento, usando i suoi fondi, a estenderlo di nuovo.
Per sostanziare le sue affermazioni, il Presidente del Consiglio fornisce i dati più aggiornati che vedono “4 miliardi di crediti dati come cedibili” e sono stati bloccati.
L’Agenzia delle Entrate precisa che si tratta di frodi che interessano tutti gli incentivi all’edilizia, non solo il Superbonus. Però secondo alcune fonti al 110% sarebbero imputabili 3,7-3,8 miliardi su 4. Segno, probabilmente, anche di un focus dei controlli sul super incentivo, dopo l’introduzione del decreto anti-frodi. Decreto che potrebbe essere rafforzato con nuove misure, con l’obiettivo di escludere dai benefici, per esempio, le imprese non in regola con le norme sulla sicurezza sul lavoro.
Intanto però il Senato ha allentato la stretta anti-frodi, esentando dall’obbligo di visto di conformità e di asseverazione i piccoli lavori entro i 10mila euro.