Ancora cambiamenti in vista per il Superbonus 110%. L’obiettivo è quello di risolvere il nodo della cessione dei crediti bloccati. È necessario trovare il modo di rendere l’operazione più semplice e liberare le banche della massa ingente di crediti che hanno acquisito, in modo che ne possano accettare altri, dando ossigeno ai costruttori. Contemporaneamente si ragiona se dare più tempo a utenti e aziende dell’edilizia per presentare la Cilas, il documento che certifica l’inizio dei lavori, prevedendo contemporaneamente regole più ferree per gli amministratori di condominio per evitare che venga aggirata la legge. Gli strumenti per intervenire sono gli emendamenti al Decreto Aiuti Quater e alla Legge di Bilancio.
Secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, sono quasi 50mila le imprese della filiera delle costruzioni, tra edilizia, impianti e serramenti – e con le aziende, centinaia di migliaia di posti di lavoro – che stanno incontrando difficoltà nella cessione dei crediti. Secondo l’indagine della Cna, poi, i crediti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione valgono oltre 5 miliardi di euro. Il doppio rispetto alla primavera di quest’anno.
Il ministro Giancarlo Giorgetti lavora a più soluzioni. L’idea che più ha preso quota negli ultimi giorni è quella di compensare in modo automatico una parte dei crediti di imposta maturati con il Superbonus, tramite i moduli F24 usati per i versamenti contributivi e fiscali dei clienti. Si potrebbe fare con l’1% della cifra totale spalmato su più anni. Altrimenti si potrebbe trasformare Cassa Depositi e Prestiti in un fondo di garanzia di ultima istanza, da usare quando i crediti sono inesigibili.
Inoltre si sta studiando un meccanismo fatto di “coefficienti di compensazione”, che darebbero al settore bancario la possibilità di ricominciare a comprare senza dover aumentare la durata dei crediti, da affiancare a una sanatoria per gli istituti di credito che hanno acquistato in buona fede crediti legati a frodi.
Insomma, i sequestri di quelle somme potrebbero non riguardare più la maggior parte delle banche, con l’amministrazione che si rivale solo su fornitori o cessionari. Per ora, però, il Mef prende tempo, chiedendo un parere a Eurostat per capire se tutti questi ritocchi siano sostenibili dal punto di vista finanziario per le casse dello Stato.
L’altro intervento è la probabile proroga fino al 31 dicembre, o addirittura fino al 15 gennaio 2023, del termine per presentare la Cilas. L’obiettivo sarebbe quello di “andare incontro a chi non è riuscito a presentarle regolarmente entro il 25 novembre, finendo di fatto in un imbuto”.
Secondo quanto previsto dal Decreto Aiuti Quater, infatti, il 25 novembre era l’ultimo giorno utile per presentare la comunicazione di inizio lavori, per poter utilizzare il Superbonus 110% anche nel 2023. Tuttavia le assemblee condominiali dovevano aver deliberato il via libera ai lavori entro la scadenza fissata dal Decreto Aiuti Quater, cioè proprio il 24 novembre.
Di pari passo si lavora per introdurre regole più severe rispetto alla responsabilità degli amministratori di condominio. Ci sarà infatti un apposito reato in caso di dichiarazione falsa sulla data di adozione della delibera utile a rientrare nel Superbonus al 110% e non al 90%, come sarà a partire dal prossimo anno. Insomma, l’ok del condominio deve essere arrivato entro fine novembre. Se si scopre che si è dichiarato il falso l’amministratore rischia grosso.