[Interviste a cura di: Rebecca Genesio]
Qual è stata la reazione della proprietà immobiliare all’elezione di Sergio Mattarella a Capo dello Stato? E in che modo, secondo i rappresentanti di alcune delle principali associazioni di categoria, il contesto politico in cui tale elezione è maturata potrà eventualmente esercitare ripercussioni sulle tematiche dell’emergenza abitativa e dell’imposizione fiscale sulla casa?
Ecco una carrellata di pareri raccolta da Italia Casa e quotidianodelcondominio.it
Gabriele Bruyère (pres. naz. Uppi)
La nomina di Sergio Mattarella quale Presidente della Repubblica è stata accolta positivamente dall’UPPI che ha provveduto già nella immediatezza della proclamazione ad esternare direttamente allo stesso le proprie congratulazioni e l’augurio per un proficuo lavoro. Sicuramente il Presidente Mattarella è una figura di alta moralità e di notevole preparazione istituzionale: caratteristiche di fondamentale importanza in questo momento difficile per il Paese.
Ritengo che potrà essere un interlocutore serio e capace di svolgere quel compito di garanzia e di rappresentanza che si richiede ad un Capo di Stato.
Al di là del metodo con cui é stato scelto, credo che l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica possa essere considerata un ulteriore passo verso l’apertura di una diversa realtà politica ed economica per l’Italia, sia sul piano interno sia, soprattutto, su quello europeo, e potrebbe rappresentare per il Paese una garanzia che la prosecuzione del percorso delle riforme annunciate avvenga nel pieno rispetto del quadro dei diritti e delle tutele quali previsti dalla nostra Costituzione. La politica sulla casa non è di competenza del Presidente della Repubblica, così come l’emergenza abitativa e l’imposizione fiscale, ma certamente non sarà indifferente alle problematiche inerenti al diritto alla casa e alla tutela della proprietà stante la grande esperienza personale in materia di diritto costituzionale.
Achille Colombo Clerici (pres. Assoedilizia e Istituto Europa-Asia; vice pres. Confedilizia)
Sergio Mattarella, ex giudice costituzionale e più volte ministro, è il dodicesimo Capo dello Stato. I 32 applausi che hanno salutato il suo discorso di insediamento, provenienti da quasi tutto lo schieramento parlamentare, sono la testimonianza più evidente del favore con il quale è stata accolta la sua designazione. Favore espresso non solo dai rappresentanti del popolo italiano, ma anche dal popolo italiano stesso, come è emerso dai sondaggi. Già al momento dell’elezione avevo manifestato la mia soddisfazione inviandogli una lettera quale presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia; lettera nella quale esprimevo le più vive felicitazioni personali e delle associazioni rappresentate per l’altissima carica assegnata ad una specchiata personalità, in uno con l’augurio di ogni successo nell’interpretare e rappresentare il preminente interesse del nostro Paese e degli italiani nel mondo.
Il settennato del Presidente Mattarella è iniziato con un’offerta di neutralità e con una richiesta di maturità. Ha mostrato la sensibilità che gli deriva dalla formazione di cattolico sociale con il passo dedicato alle ferite inferte dalla crisi alle famiglie e con i riferimenti ai diritti dei cittadini e all’unità del Paese. Mattarella ha insistito sulla necessità e sull’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali. Le energie per farle esistono, ha sottolineato il Capo dello Stato, riferendosi “ai giovani che coltivano i propri talenti, alle imprese, piccole medie e grandi che, tra rilevanti difficoltà, trovano il coraggio di continuare a innovare e a competere sui mercati internazionali”. Mattarella ha toccato tanti temi, dal lavoro alla famiglia alla solidarietà, dalla giustizia alla lotta alla corruzione. Ha ribadito il suo ruolo di arbitro imparziale, chiedendo però ai “giocatori” di essere aiutato.
Un aspetto rilevante, sul piano economico, è stata l’attenzione posta dal Presidente della Repubblica al riguardo della garanzia Costituzionale. In determinate materie, come ad esempio in tema di fiscalità, troppo spesso le norme rasentano o incappano in vizi di costituzionalità, ma in questi ultimi anni è diventato sempre più difficile valere questi vizi dinnanzi alla Corte Costituzionale.
Il severo giudizio espresso nei confronti della corruzione di cui l’evasione fiscale è causa ed effetto insieme – “ha raggiunto un livello inaccettabile, divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, penalizza gli onesti e i capaci” – indica la strada che il Paese deve percorrere per riprendere il ruolo che gli spetta nel consesso europeo. E il messaggio di ragionata speranza che questo avvenga poggia le sue basi sull’unità nazionale.
Silvio Rezzonico (pres. naz. Confappi)
Le mie reazioni alla nomina di Mattarella a Presidente della Repubblica sono positive quanto a sobrietà e serietà del personaggio. Temo però che il nuovo Presidente non abbia lo slancio creativo necessario a guidare le riforme istituzionali del Paese. Sarebbe stato necessario al Quirinale un rottamatore e non un arbitro conservatore e prigioniero del “futuro di una volta”.
Le modalità di elezione del nuovo Presidente – sia pure non dirompenti – avranno ripercussioni sugli equilibri politici preesistenti. Sono comunque scettico sul fatto che il nuovo Presidente possa o voglia influire sulle politiche della casa e sulla fiscalità immobiliare.