In queste settimane la Capitale è finita nuovamente nell’occhio del ciclone. Ma sulla scia dell’ultima puntata dello scandalo “Affittopoli”, si inserisce anche una denuncia diversa: quella ad opera di Massimo Anderson. Dopo le recenti inchieste che hanno permesso di venire a conoscenza che, per l’affitto di residence ed appartamenti per 1931 nuclei familiari, il Comune di Roma spende una media di 1.800 euro al mese, per un totale di 41,4 milioni di euro all’anno, il presidente di Arpe – Federproprietà, ha dato infatti mandato all’ufficio studi dell’associazione di calcolare quale sarebbe il costo effettivo per la costruzione dell’equivalente numero di alloggi per le famiglie in emergenza abitativa nella Capitale. Ebbene, i dati emersi sono a dir poco sbalorditivi.
Calcolando infatti una media di circa duemila abitazioni, per i due terzi delle dimensioni dai 55 ai 60 metri quadri e per un terzo fra i 70 ai 75 metri quadri, con relativo posto auto in comune, e considerando che la media del costo di costruzione è di 1200 euro a metro quadro, comprensivi del prezzo dell’area e di quelli di urbanizzazione, la cifra necessaria sarebbe di circa 148 milioni di euro. “Questo vorrebbe dire – ha sottolineato Anderson – che, con il costo dell’affitto di poco più di tre anni, il Comune potrebbe costruire lo stesso numero di alloggi necessari. Tutto ciò permetterebbe di ampliare il patrimonio abitativo pubblico e consentirebbe di incassare quei canoni di affitto minimi necessari per la manutenzione ed il decoro dei complessi stessi. Certo, la prima cosa da garantire è che non si verifichi anche in questo caso, come già purtroppo accade, che i nove decimi degli affittuari sia inadempiente e continui tranquillamente ad usufruire di un bene di tutti”.
Sta di fatto che, in una situazione di emergenza abitativa, che annovera la città di Roma tra quelle in cui più alto è il disagio delle fasce deboli sul versante della casa, forse sarebbe opportuno riconvertire quelli che attualmente sono, di fatto, fondi perduti, in investimenti finalizzati ad affrontare il problema anche in ottica di prospettiva.