Più preoccupazione che soddisfazione. È questa la reazione del Sunia all’approvazione definitiva del Milleproroghe, che tra le altre misure contiene anche il mini-rinvio di 4 mesi potenzialmente applicabile agli sfratti per finita locazione. Secondo il segretario generale del sindacato, Daniele Barbieri, “la sospensione prevista nella legge di conversione rischia di far pagare agli inquilini interessati – quelli cioè che usufruivano della proroga scaduta il 31 dicembre – costi insostenibili”.
Secondo il numero uno del Sunia, infatti, “La norma prevede che la sospensione per favorire il passaggio da casa a casa venga concessa dal Giudice su istanza dell’inquilino interessato. Una formulazione che, tradotta in termini pratici, significa spendere soltanto per costi vivi (iscrizione, copie, notifiche, ecc.) anche oltre 300 euro, ai quali va aggiunto l’onorario dell’avvocato. Un costo pesante per questi inquilini che, lo ricordiamo, debbono avere un reddito annuo inferiore ai 27 mila euro lordi”.
Ma anche uno costo definito irragionevole. Tanto più se confrontato – puntualizza Barbieri – all’estrema semplicità ed economicità della soluzione adottata nelle proroghe che il Governo non ha voluto riproporre: una semplice autocertificazione dell’inquilino resa all’Ufficiale Giudiziario che dichiarava di essere in una delle condizioni di disagio previste dalla legge con la conseguente notifica al proprietario che poteva proporre opposizione. Di fronte ad una situazione che rischia di vanificare anche la possibilità di ottenere la sospensione dello sfratto, il Governo deve intervenire per semplificare le procedure ed azzerare i costi”.