Meno tasse e più sostegno al comparto immobiliare, soltanto grazie al cui buono stato di salute si può arrivare ad un’effettiva ripresa economica del Paese. In estrema sintesi, è quanto ribadito dai partecipanti alla manifestazione nazionale Fiaip dal titolo “Se riparte l’immobiliare riparte l’Italia”, svoltasi nei giorni scorsi a Roma.
LE PROPOSTE
Molte le proposte suggerite all’esecutivo da Fiaip per rilanciare la crescita e lo sviluppo economico puntando l’attenzione su un settore quale quello del mattone che dal 2008 ha registrato 800mila posti di lavoro in meno e una tassazione passata dai 9,5 miliardi del 2011 ai quasi 30 del 2014, con il valore complessivo del patrimonio immobiliare diminuito di circa 2mila miliardi.
“Oggi la pressione fiscale è altissima e il ritorno del valore sull’investimento sta calando – ha sottolineato il presidente della Fiaip, Paolo Righi -. La casa diventa un investimento se si vuole affrontare un periodo di medio-lungo termine. L’economia del nostro Paese fa fatica proprio perché non c’è una cura sull’immobiliare che prende il 20% del Pil”.
APPELLO AL GOVERNO
Dalla manifestazione, a cui hanno preso parte tra gli altri l’ormai ex presidente Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, e il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, è arrivato un invito esplicito al Governo a rilanciare il settore immobiliare.
Tra le soluzioni proposte da Fiaip, spiega Paolo Righi, c’è quella di “una tassa unica come noi proponiamo da vari anni, che sia chiara: in Francia ad esempio c’è una tassa per l’abitazione e una per chi detiene la proprietà, e quest’ultimo nell’imposta paga anche il canone tv. Questa è chiarezza, poter misurare quanto lo Stato preleva di tasse al contribuente. Ma questo, vista l’alta tassazione, la politica si guarda bene dal farlo, altrimenti molte persone si spaventerebbero davvero. Il nostro è un Paese che non ha un progetto sulla casa, lo si vede tutti i giorni, sia sull’edilizia popolare che sul quella privata”.
EDILIZIA POPOLARE
Ma le suggestioni lanciate dalla Fiaip riguardano, ad esempio, anche il tema dell’edilizia agevolata. “Noi diciamo che l’emergenza abitativa è stata la scusa negli anni per favorire qualche politico e per prendere qualche tangente. Le case oggi in Italia ci sono, abbiamo un milione di abitazioni invendute, quindi sarebbe bene che le amministrazioni invece di sprecare territori per costruirne di nuove, ricorressero all’edilizia privata per inserirla nel circuito dell’edilizia popolare”.
LA TASSAZIONE
A proposito di tasse, nel corso della manifestazione è emerso come il prelievo fiscale totale medio su un investimento in edilizia di 1,76 milioni di euro per costruire case è del 54%. I dati presentati da Fiaip si riferiscono all’esempio di una costruzione-tipo di un condominio di 12 appartamenti, 800 metri quadri circa, in una città di provincia del sud. Nel caso di studio l’investimento totale è di 1,76 milioni, compreso l’acquisto del suolo e la costruzione, il ricavo totale una volta conclusa la vendita di circa due milioni e il prelievo fiscale totale di 954 mila euro. In questo calcolo al costruttore rimane un utile, ultimata la vendita, dopo diciotto mesi, di 243 mila euro lordi, circa 110 mila netti.
CONFEDILIZIA
Il presidente uscente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, dopo aver illustrato alcuni dati sulla crisi ancora presente nel comparto e sulle imposte che nel frattempo non diminuiscono, ha sostenuto come “l’Italia non ripartirà se non smette di essere governata da organizzazioni internazionali e maxi economisti”. I prezzi delle abitazioni e quelli del consumo sono legati tra loro: quando cala l’uno cala anche l’altro e con l’imposta patrimoniale sulla casa si è compromessa la fiducia di chi vuole investire nel mattone”.
CONFASSOCIAZIONI
Si è detto disposto a collaborare con il Governo per rilancio dell’immobiliare e dell’economia il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana: “Noi ci rivolgiamo al mondo politico per sollecitare un intervento immediato sulla spending rewiew per detassare in maniera sostanziosa la prima casa. Bisogna dare ai cittadini la possibilità di rimettere in circolo le liquidità che posseggono ma che, ad oggi, preferiscono mantenere immobilizzate all’interno degli istituti di credito. Solo in questo modo è possibile sperare in una ripartenza dell’economia nazionale. Confassociazioni è disposta ad essere soggetto attivo nei confronti del Governo affinché ascolti le nostre proposte, instaurando una collaborazione proficua anche grazie alle nostre 175 associazioni e più di 320mila associati che vantiamo”.
LA POLITICA
Secondo il senatore Andrea Mandelli, responsabile di Forza Italia per i rapporti con le professioni, “In un solo anno, quello del governo Renzi, il livello della tassazione sugli immobili ha registrato un incremento di 4 miliardi. E certo non si partiva da un paradiso fiscale per i proprietari di casa, visto che dall’ultimo governo Berlusconi le imposte sulla casa sono esplose. La ripresa del settore edile e immobiliare, da sempre strategici per il benessere della nostra economia grazie al loro indotto, dovrebbe essere una priorità per il governo. Invece, dopo un anno non si vede nulla di ciò che serve, a cominciare dalla decisa riduzione del carico fiscale sulle abitazioni”.
Parla di coma profondo per il settore immobiliare e di prelievo da usura il senatore Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia, che ha ribadito come: “I governi Monti, Letta e Renzi hanno depredato il bene principale della famiglia italiana, la casa. Le chiacchiere stanno a zero, a parlare sono i numeri, che disegnano uno scenario di estrema gravità. Dal 2011 al 2014 la tassazione sugli immobili è cresciuta del 117%, del 14,7% solo tra il 2013 e lo scorso anno. E con il 2015 potrebbe andare addirittura peggio. Per rianimare l’immobiliare italiano c’è un’unica soluzione: ridurre drasticamente le tasse riportando la pressione fiscale al dato del governo Berlusconi”.