A marzo 2015 l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia è stato pari a 1.820 miliardi di euro: cifra nettamente superiore, di quasi 121 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.699 miliardi di euro. È uno dei dati contenuti dal rapporto mensile dell’Abi, diffuso nelle scorse settimane.
Stando al report, segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari: i finanziamenti alle imprese hanno segnato nel trimestre dicembre 2014-febbraio 2015 un incremento di circa il +7,6% sul corrispondente trimestre dell’anno precedente (dicembre 2013-febbraio 2014), mentre per quanto riguarda le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili, sempre nello stesso trimestre si è registrato un incremento annuo di +42,4% rispetto al medesimo trimestre dello del 2014.
Nell’analogo periodo, le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato un incremento del 9,5%. A marzo 2015, il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione di -0,9% nei confronti di marzo 2014, -1,5% rispetto al mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Questo di marzo 2015 per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da maggio 2012.
Dalla fine del 2007 (prima dell’inizio della crisi) ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.820 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.409 miliardi di euro.
Sul versante dei tassi, a marzo 2015 gli interessi sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,56%, minimo storico (3,60% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,70% (2,76% il mese precedente e segnando il valore più basso da ottobre 2010; 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,36% (il valore più basso da giugno 2010) dal 2,40% di febbraio 2015 (5,48% a fine 2007).
Un’altra annotazione interessante: a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde sono risultate, a febbraio 2015, pari a quasi 187,3 miliardi, dai 185,5 miliardi di gennaio 2015. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9,8% a febbraio 2015 (8,5% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 16,5% per i piccoli operatori economici (14,4% a febbraio 2014; 7,1% a fine 2007), il 16,5% per le imprese (13,7% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 7,1% per le famiglie consumatrici (6,4% a febbraio 2014; 2,9% a fine 2007).
Le sofferenze nette registrano a febbraio 2015 una diminuzione, passando da 81,3 miliardi di gennaio a 79,3 miliardi di febbraio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,38% a febbraio 2015 dal 4,50% di gennaio 2015 (4,27% a febbraio 2014; 0,86%, prima dell’inizio della crisi).