[A cura di: Confappi]
In edilizia si parla spesso di altezza del fabbricato: un parametro fondamentale per ottenere il permesso di costruire. Ma a volta si dà per scontata la premessa più importante: da dove bisogna misurare l’altezza di un edificio? La risposta è: dal piano stradale. Solo in alternativa si parte dalla sistemazione esterna, ma a condizione che il primo metodo risulti impraticabile e che, comunque, si arrivi a misurazioni analoghe.
Ad affermare il principio è stata la recente sentenza n. 1746/2015 del Consiglio di Stato. Il caso su cui si sono espressi i giudici è quello di un proprietario di un terreno che aveva impugnato il permesso di costruire con cui, su un terreno adiacente al suo, era stata autorizzata la realizzazione di due fabbricati per abitazione. A detta del ricorrente, le costruzioni violavano le norme sulle altezze.
Il CdS, nel dare ragione al ricorrente, ha spiegato che, in base al Piano regolatore generale (PRG), per altezza dei fabbricati si intende “l’altezza di una parete esterna, cioè la distanza verticale misurata dalla linea di terra, definita dal piano stradale o di sistemazione esterna dell’edificio alla linea di copertura”. Secondo i giudici, la possibilità di misurare l’altezza dalla sistemazione esterna può tuttavia creare delle difficoltà perché potrebbe consentire interramenti artificiali o potrebbe agevolare i proprietari che edificano su un terreno in pendenza.