[Fonte: UNI]
Da anni la classificazione degli edifici in base alle prestazioni acustiche è entrata a pieno titolo a far parte del patrimonio normativo e legislativo nazionale.
Dal DPCM 05/12/1997, che è il documento di riferimento nella normativa italiana per l’acustica in edilizia, alle norme UNI 11367:2010 (“Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera”) e UNI 11444:2012 (“Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali”) che in certa misura integra la precedente, il tema si è impiantato solidamente nel nostro tessuto civile.
È una sensibilità che accomuna gran parte dei Paesi europei, eppure al momento ancora non esiste una specifica normativa tecnica europea o internazionale su questo argomento.
Proprio per colmare questo vuoto, in questi mesi si sono avviati i lavori dell’ISO/TC 43/SC 2/WG 29 “Acoustic classification scheme for buildings” che ha proprio lo scopo di sviluppare una norma europea in questo settore.
“Siamo ancora in una fase preliminare dell’attività – dice Giuseppe Elia, coordinatore del Gruppo di Lavoro UNI Classificazione acustica degli edifici -. È vero, non esiste una normativa tecnica comune a questo riguardo. Molti Stati membri hanno delle regole proprie, di carattere nazionale. Insomma, c’è una situazione molto variegata”.
Se poi si sposta lo sguardo dall’ambito europeo a quello mondiale, la situazione si rivela ancora più diversificata.
“È un tema che non interessa in maniera omogenea tutti i Paesi. L’Europa, come detto, è molto interessata, ma non altrettanto gli stati americani e asiatici ad esempio”.
Il WG 29 sta dunque scaldando i motori e conta di beneficiare delle best practice già presenti in altri Paesi.
“La base di lavoro del working group – prosegue Elia – è rappresentato da un documento tedesco. Ma ci sono altri spunti che dovranno essere presi in debita considerazione, perché le riflessioni sull’argomento che sono state portate avanti in questi anni sono piuttosto articolate”.
È il caso della “Cost Action” (progetto di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica, n.d.r.) sul comportamento acustico degli edifici che l’Europa ha sviluppato e concluso recentemente.
La coordinatrice di questo network europeo lavora anche in questo WG ISO. Il nostro Paese, come già avvenuto con la Cost Action, è pronto a dare il suo importante contributo.
L’Italia, come accennato, arriva all’appuntamento preparata, forte dell’esperienza maturata con la UNI 11367 e la UNI 11444. “In questo senso possiamo dire che il nostro Paese ha alle spalle un solido punto di riferimento normativo – spiega Elia -. Ovviamente la classificazione prevede delle classi e quindi anche in ambito europeo è prevista una sorta di griglia regolata da determinati valori di riferimento. L’impianto dovrebbe rimanere lo stesso”.
Le classi previste dalla norma europea saranno però probabilmente di numero più esteso. È inevitabile per venire incontro quanto più possibile alle esigenze di ogni Paese.
Ad ogni modo è difficile in questo momento, in una fase ancora così preliminare, tracciare un quadro troppo nitido del documento che il working group 29 si appresta ad elaborare. Ma qualcosa ora si può già dire circa l’impostazione generale che guiderà il lavoro degli esperti internazionali. “La norma europea non sarà presumibilmente così dettagliata – chiarisce Elia – ma avrà il compito di definire un’intelaiatura su cui dovranno strutturarsi le norme nazionali. Quindi prevediamo una intelaiatura comune a tutti, che lascerà spazio alle specificità previste da Paese a Paese”.
L’impegno principale è ora costituire un mirror group italiano che dovrà fungere da interfaccia ai lavori che si svolgono a livello internazionale.