Masserie, cascine, casali. Da acquistare come meta abituale delle proprie vacanze o magari da trasformare in lussuosi resort, residenze, agriturismo, sedi per eventi e cerimonie. Il mercato di settore, dopo la profonda crisi degli ultimi anni, sembra palesare qualche significativo segnale di risveglio. Ad evidenziarlo è l’indagine condotta dal portale Casa.it.
MASSERIE
Innanzitutto, negli ultimi 12 mesi (nel periodo, cioè, compreso tra maggio 2014 e maggio 2015) l’interesse dei potenziali acquirenti per le masserie ristrutturate o da ristrutturare è tornato a crescere, sia pure in termini lievissimi (appena lo 0,5%). Inoltre, dal 2014 i valori delle soluzioni più lussuose sembrano essersi stabilizzati intorno ai 5.000 euro al metro quadro, con punte di 9.000 euro per le masserie rifatte, eventualmente frazionate e arredate con finiture di lusso, eco-friendly e ad alto risparmio energetico, quasi fossero loft londinesi.
Per le masserie ristrutturate con meno sfarzo o in buone condizioni generali, nel 2014 i prezzi medi di vendita al metro quadro hanno fatto segnare ampie differenze anche all’interno delle singole zone.
Focus Puglia
Si veda il caso della Puglia. Nel Salento, si è andati dai 1.200 euro di Vernole (LE) e San Michele Salentino (BR) ai 2.800 euro di Ostuni (BR). Il picco appartiene però a Vieste, sul Gargano, dove il prezzo medio richiesto è stato di 2.900 euro al mq.
Restando sul fronte dell’offerta, il report segnala che nel 2014 e nei primi mesi del 2015 sono stati immessi sul mercato ulteriori prodotti, ma che la crescita procede a un ritmo molto meno vivace rispetto al 2013, specialmente quando si tratta di masserie da ristrutturare con costruzioni non di rado di grandissime dimensioni e di pregio architettonico e paesaggistico, ma giudicate molto costose in rapporto al loro stato di fatto. In sintesi, si è allargata la forbice fra domanda e offerta, con valutazioni che si differenziano anche del 20%.
CASCINE
Dopo sette anni di stasi, dal 2014 si è riacceso un certo interesse anche per l’acquisto di casolari, casali e cascine, ristrutturati o da ristrutturare, con il ritorno in positivo della domanda in regioni come Piemonte, Liguria, Marche, Umbria e Puglia.
Focus Sicilia
Ci sono, però, eccezioni. In Sicilia, ad esempio, le antiche costruzioni a scopo agricolo dell’isola non hanno guadagnato, nuovi estimatori. Negli ultimi 12 mesi, a fronte di un’offerta cresciuta del 3,2%, la domanda è rimasta estremamente debole (-0,7%). Va detto che il mercato che ha per oggetto i casolari, i rustici e i bagli delle campagne siciliane ha connotazioni e dinamiche peculiari. Negli ultimi 15 anni, infatti, si sono moltiplicate le iniziative legate alle formule dell’agriturismo e della casa vacanza, senza dimenticare il rilancio delle attività agricole nella viticoltura e olivicoltura bio e di eccellenza, vivacizzando un mercato immobiliare che sino a una decina di anni prima era molto debole. Si tratta di un mercato che attira non solo acquirenti locali con voglia di sviluppare nuove attività imprenditoriali, ma anche investitori provenienti da altre parti d’Italia e dall’estero. Fra questi ultimi, chi acquista oggi, o si dimostra comunque particolarmente interessato, sono soprattutto Francesi e Olandesi.
I prezzi di vendita dei tipici casali siciliani, i bagli, non hanno conosciuto ancora i picchi estremi delle masserie pugliesi: nel caso in cui appaia indispensabile procedere a pesanti ristrutturazioni, i valori possono scendere anche sotto i 1.000 euro al mq.
Ovviamente questo discorso non vale quando il baglio si trovi nelle immediate vicinanze del mare e delle mete turistiche più ambite. Non a caso, nel 2014 i prezzi medi di vendita di un ex immobile agricolo ristrutturato o in buone condizioni a Taormina e Castelvetrano sono stati rispettivamente di 6.700 e 4.000 euro al mq. Nell’arcipelago delle Eolie e a Pantelleria i prezzi sono adeguati alla ristrettezza dell’offerta, per cui non stupiscono né i 3.500 euro al mq di Lipari né, tanto meno, gli 8.000 euro al mq richiesti a Pantelleria.
LOMBARDIA CONTROTENDENZA
A dispetto che altrove, in Lombardia andare a vivere in campagna non sembra, invece, più di moda. Sempre secondo l’indagine di settore condotta da Casa.it, il boom d’inizio millennio, che aveva portato alla realizzazione di svariate operazioni di riqualificazione di vecchie cascine tra il Milanese, la Brianza, il Pavese e l’Oltrepò pavese, trasformate in appartamenti dai tagli variabili fra gli 80 ed i 150 metri quadrati, si è esaurito nell’ormai lontano 2007. Da allora, la domanda in Lombardia ha imboccato una flessione che non accenna ancora a esaurirsi in netta contrapposizione con il resto d’Italia.
Attualmente, il prezzo medio di vendita di un casale o rustico in Lombardia staziona sui 1.250 euro al metro quadro per i fabbricati da ristrutturare e intorno ai 2.600 euro al mq. per il ristrutturato. Negli ultimi 12 mesi (maggio 2015 su maggio 2014), inoltre, l’offerta è cresciuta del 3,2%. A fronte di ciò, però, la domanda continua a languire (-1,4 %), anche perché i prezzi di vendita sono rimasti in tensione rispetto al nuovo edificato dei numerosi cantieri dell’hinterland di Milano, oggi in surplus di offerta.
Sembrerebbe, perciò, che andare ad abitare in una cascina o in una villa nelle campagne lombarde sia tornata a essere una scelta di vita consapevole e alquanto elitaria. Deporrebbe in tal senso il fatto che oggi gli acquirenti di questa tipologia di abitazioni nel Milanese e in Brianza sono principalmente giovani coppie benestanti che fanno ricorso al mutuo, ma con un LTV (Loan to Value) basso, solitamente circoscritto tra il 30% ed il 55%.
Nell’Oltrepò pavese, altra zona che fra il 2001 ed il 2006 ha conosciuto un periodo di straordinaria fortuna come meta di chi era in fuga dalle città, oggi si acquistano perlopiù rustici da ristrutturare, destinati a essere utilizzati nei weekend e non come stabile dimora. Anche in questa zona le quotazioni di cascine e rustici hanno subito una progressiva, ma drastica decurtazione. Rispetto al 2010, infatti, i prezzi medi in offerta sono diminuiti del 25%, mentre si sono allungati di molto (oltre i 12 mesi) i tempi di vendita.
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il “disamoramento” dei potenziali acquirenti ha prodotto nel tempo una selezione qualitativa dell’offerta. Oggi in Lombardia gran parte delle cascine e dei casali ristrutturati vanta buone performance in termini di risparmio energetico. Scorrendo le offerte presenti nel database del portale, infatti, emerge che oltre l’80% dei prodotti in vendita presenta un indice di risparmio energetico compreso tra la classe A e la B. Rispetto ai prodotti ristrutturati anche solo dieci anni fa, ma rientranti in una classe energetica più bassa, la differenza si concretizza in almeno 10 punti percentuali sul prezzo di vendita.