In Italia mancano amministratori condominiali professionisti. È questo, in estremo sintesi, il concetto più interessante emerso dal decimo congresso nazionale dell’Anaip (Associazione nazionale amministratori immobiliari professionisti), svoltosi nei giorni scorsi a Palermo.
Nel corso dell’evento, in particolare, si è ragionato sulle attuali esigenze del mercato, che richiedono amministratori sempre più qualificati anche a seguito della riforma del Codice Civile in materia condominiale, che prevede i diversi requisiti che l’amministratore deve possedere per svolgere l’attività, pena la decadenza della sua nomina. Tra questi, ovviamente, l’obbligo di svolgere un corso di formazione base di almeno 72ore di lezione ed un corso di aggiornamento professionale annuale di almeno 15 ore.
Proprio partendo da tale premessa, l’Anaip ha deciso di incrementare il proprio centro studi, con docenti sempre più specializzati, così da aumentare l’offerta formativa. Perché? Lo spiega il presidente dell’associazione, Giovanni DePasquale: “Abbiamo verificato che, dall’entrata in vigore della riforma del Codice Civile, nel nostro Paese il numero degli amministratori professionisti non è sufficiente, soprattutto se si considera che l’ottanta per cento degli italiani vive in condominio. L’improvvisazione nella gestione degli stabili risulta essere ancora dilagante, a discapito dei condòmini stessi: basta guardare al forte incremento del contenzioso in materia che crea non pochi problemi ai Tribunali. Serve una nuova classe di amministratori immobiliari e condominiali; processo che avrebbe una positiva ricaduta anche in termini occupazionali, rappresentando un’ottima opportunità di lavoro per donne e giovani diplomati e laureati”.
In quest’ottica, Anaip, già da settembre, intensificherà la propria presenza tramite una maggiore capillarità territoriale, coinvolgendo maggiormente le Istituzioni e le università locali nelle iniziative dell’associazione.