EMERGENZA SFRATTI, LA RICETTA DEL SICET: RIDURRE IL COSTO DEGLI AFFITTI
[A cura di: Sicet]
È scaduta lo scorso 28 giugno la proroga che sospendeva per sei mesi gli sfratti degli inquilini più deboli. Ora si trovano senza nessuna tutela e soluzione alla loro perdita dell’alloggio. Si tratta delle fa-miglie con un reddito annuo lordo inferiore a 27.000 euro, la presenza nel proprio nucleo familiare di persone ultrasessanta-cinquenni, malati terminali, portatori di handicap con invalidità su-periore al 66 per cento e nuclei con figli fiscalmente a carico.
Tutto questo in una situazione degli sfratti sempre più grave, senza nessuna misura pubblica efficace in grado di dare soluzioni all’emergenza e con il pesante fallimento degli impegni del Governo di utilizzare la proroga per garantire il passaggio da casa a casa degli sfrattati.
Due dovevano essere le misure di superamento del problema che non sono ancora partite.
RECUPERO CASE POPOLARI
Innanzitutto il recupero degli alloggi di edilizia pubblica, tramite interventi manutentivi leggeri, per renderli assegnabili si è avviato solo il 21 maggio tramite la ripartizione dei fondi alle regioni. Con il risultato di una pesante burocrazia, nonostante la richiesta di semplificazione del SICET, che darà i primi alloggi disponibili solo alla fine del prossimo anno.
FONDO SOSTEGNO AFFITTI
La seconda misura: la quota di 25milioni sul fondo di sostegno all’affitto 2015 non ha raggiunto anche in questo caso nessun risultato, mancando ancora i bandi comunali per il loro utilizzo. Anche qui bisognerà attendere molti mesi prima della loro efficacia.
DATI SUGLI SFRATTI
Che la situazione sia drammatica lo certifica il Ministero dell’Interno con i dati usciti in questi giorni. I provvedimenti esecutivi di sfratto ad uso abitativo emessi nell’anno 2014 sono stati 77.278 di cui: 3.433 per necessità del locatore, 4.830 per finita locazione e 69.015 per morosità e altra causa. Nello stesso periodo le richieste di esecuzione sono state 150.076 e gli sfratti eseguiti 36.083.
Il raffronto con i dati dell’anno precedente evidenzia per i provvedimenti di sfratto emessi un aumento del +5%. Tale incremento risulta più pesante in Molise +86,1%, Puglia +57,9%, Marche +37,2%, Trentino Alto Adige +32,2, Sardegna +23,5%, Liguria +19,6% ed Abruzzo +17%. Aumenti a due cifre anche per le richieste di esecuzione e per gli sfratti eseguiti, in confronto con l’anno 2013 con un incremento, a livello nazionale, del +14,6% e del +13,5%.
Dall’analisi numerica dei dati riferiti ai provvedimenti di sfratto emessi nell’anno 2014 emerge che il maggior numero di questi si concentra in Lombardia con 14.533 provvedimenti: il 18,8% del totale nazionale, seguita dal Lazio con 9.648, pari al 12,5% e dal Piemonte con 8.256, il 10,7%.
Per quanto riguarda le richieste di esecuzione la regione che presenta il valore più elevato nel 2014 è la Lombardia con 51.891 richieste, il 34,6% del totale; seguono l’Emilia Romagna con 20.750, il 13,8% ed il Lazio con 13.251, il 8,8%. La regione che presenta il maggior numero di sfratti eseguiti è la Lombardia con 6.640, il 18,4% del totale, seguita dall’Emilia Romagna con 5.472, il 15,2% e dal Lazio 3.503, il 9,7%.
A livello provinciale, sotto il profilo di rapporto sfratto/famiglie si colloca al primo posto Barletta-Andria-Trani con uno sfratto ogni 133 famiglie. Seguono Prato 1/151, Savona 1/165, Asti 1/172, Monza e la Brianza 1/192 e Bari con uno sfratto ogni 196 famiglie.
Davanti a questo quadro, a parere del SICET servono urgenti misure emergenziali per salvaguardare gli inquilini più deboli con un vero passaggio da casa a casa; e strutturali, con una riduzione del costo degli affitti ed una politica di offerta pubblica.