[A cura di: Assoclima]
Quali sono le temperature ottimali per il comfort negli ambienti
climatizzati? È l’oggetto di un approfondimento effettuato da Assoclima
(l’associazione dei costruttori dei sistemi di climatizzazione), che sul tema
ha coinvolto l’ingegner Federico Pedranzini, docente del Dipartimento di
Energia del Politecnico di Milano.
I CLIMATIZZATORI
Innanzitutto una premessa: nella sua
accezione più ampia il termine “climatizzazione”
indica l’utilizzo di impianti integrati per controllare sia la qualità
dell’aria che le condizioni di temperatura e umidità negli ambienti interni. I
cosiddetti “climatizzatori” sono in realtà apparecchi che normalmente
provvedono al raffrescamento dell’aria. Per quanto riguarda il periodo estivo tali apparecchi accompagnano al raffrescamento un buona riduzione
dell’umidità. Se compatibili con il funzionamento
chiamato “in pompa di calore” tali apparecchi possono in inverno invertire il
ciclo di funzionamento e riscaldare gli ambienti, senza però arrivare a
umidificare.
La più recente generazione di tali apparecchi è dotata
di sistemi di regolazione piuttosto efficienti che sollevano l’utente da una
gestione complicata e, in caso di corretto dimensionamento e installazione, si
rivelano in grado di gestire situazioni anche gravose per entità dei carichi.
Le pratiche da seguire sono pertanto quelle legate al buon
senso: in generale è consigliabile limitarsi a
impostare le temperature desiderate e permettere alla regolazione di compiere
il suo dovere senza forzature (senza cioè utilizzare la funzione di massimo
raffrescamento).
Piuttosto sarà utile accendere l’impianto con adeguato
anticipo rispetto all’occupazione degli ambienti. Nel condizionamento, infatti,
la variazione brusca delle condizioni ambientali porta a funzionamenti poco
efficienti e a rischi per la salute legati agli sbalzi di temperatura
eccessivi o a situazioni localizzate di temperature
molto diverse da quelle desiderate.
Ci sono inoltre alcuni aspetti che influenzano molto il
consumo di questi apparecchi, a parità di prestazione: l’unità esterna deve sempre essere messa in condizione di prendere l’aria
comodamente e senza ostruzioni, il che dipende anche da una posa corretta e da
una attenzione da parte del gestore.
L’INTERVISTA
Ing. Pedranzini, quali sono le temperature ottimali da mantenere negli
ambienti climatizzati in estate e in inverno, in relazione alla temperatura
esterna e alle disposizioni legislative/normative?
Esiste più di una teoria in merito. Quella più condivisa
considera l’essere umano come un “sistema
termodinamico” che ha necessità di mantenere
costante la propria temperatura smaltendo correttamente il calore (in estate)
oppure cercando di trattenere (in inverno) il calore prodotto attraverso il
metabolismo.
Ogni persona ha una percezione del comfort soggettiva. In generale si può
affermare che la temperatura corretta è quella che riduce il più possibile le sensazioni di discomfort
e dipende da vari fattori, quali i vestiti indossati, il tasso metabolico degli
occupanti, la temperatura media radiante (interna ed esterna), l’umidità e
anche la velocità dell’aria.
In linea di massima, nel caso di edifici di nuova
costruzione adeguatamente isolati e i cui ambienti siano schermati
dall’irraggiamento diretto, le temperature estive in grado di massimizzare la
percezione di comfort sono tra i 25°C
e i 26°C con rilevanti scostamenti tra i due valori
in termini di consumo energetico.
Allo stesso modo, i tradizionali 20°C invernali, imposti
per legge con qualche deroga (verso l’alto) per alcune categorie di edifici,
sono compatibili con un elevato livello di comfort a patto che l’edificio
sia ben isolato e non siano presenti superfici trasparenti di cattiva qualità.