Tra i primi ad intervenire in merito alla pronuncia della Corte
Costituzionale, che ha ribadito l’illegittimità dei benefici in termini di
canoni di locazione per gli inquilini che denuncino autonomamente la mancata
registrazione del contratto da parte del locatore, c’è il Sunia, che affida ad
una nota ufficiale il proprio pensiero.
Secondo il sindacato, “La sentenza della Consulta che ha dichiarato
incostituzionale la norma che aveva in parte tentato di sanare gli effetti
prodotti dalla precedente Sentenza in materia di regolarizzazione degli affitti
in nero, desta grande preoccupazione per la sorte di quegli inquilini che
avevano scelto la via della denuncia dei contratti illegittimi ottenendo, come
prevedeva la Legge, un contratto regolare con un affitto pari a tre volte la
rendita catastale. Al di la del merito e dei contenuti formali della decisione
di ieri, emerge con forza come indifferibile la necessità che il Governo
affronti, come più volte richiesto dal Sunia dopo la precedente pronuncia della
Corte Costituzionale, il problema gravissimo degli affitti in nero e del
contrasto all’evasione fiscale nel settore della locazione e quello delle
tutele degli inquilini costretti ad accettare condizioni capestro e illegittime
di contratti al limite della clandestinità. Questo tema non può essere un tabù:
lo si affronti con una normativa seria ed organica per ripristinare la legalità
nel mercato della locazione. È evidente che la situazione va affrontata
immediatamente per evitare la ripresa anche in questo comparto degli sfratti”.