Il Ddl concorrenza continua a seminare zizzania. E così, dopo qualche tenue avvisaglia di sereno, con la soddisfazione espressa dalla Fimaa per la reintroduzione dell’emendamento finalizzato ad escludere le banche dall’intermediazione immobiliare, tornano a fare capolino nubi grigie e minacciose, questa volta generate dai commenti al vetriolo dell’Unione Nazionale Consumatori proprio sul tema del rapporto tra istituti di credito e comparto immobiliare.
Come puntualizza il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, “Non pensavamo che il Ddl concorrenza, già pessimo, potesse ulteriormente peggiorare. Evidentemente ci sbagliavamo: non c’è limite al peggio. Anche la casta degli agenti immobiliaristi ha avuto la meglio rispetto all’interesse generale”.
Il riferimento è appunto all’emendamento che salverebbe gli agenti immobiliari da una possibile concorrenza con le banche e che esclude quest’ultime dalla possibilità di intermediazione immobiliare, introducendo un art. 28 bis, secondo il quale: “Le banche e gli intermediari finanziari non posso detenere, nelle imprese o società che svolgono l’attività di intermediazione immobiliare ai sensi della legge n.?39 del 1989, alcuna partecipazione”.
Ma Dona non ci sta: “Concorrenza significa un numero maggiore di imprese che operano in ogni campo, mercato immobiliare compreso. L’ingresso delle banche, quindi, contro le quali l’UNC non risparmia certo critiche per altre vicende, dal troppo lieve abbassamento degli spread all’applicazione delle esagerate commissioni di istruttoria veloce, significa, comunque, più possibilità di scelta per il consumatore. Il loro ingresso nel settore rappresenta un’alternativa agli agenti immobiliari, oltre che un accorciamento della filiera dell’intermediazione, cosa che può avere possibili effetti calmieranti sui costi finali di chi, nonostante la crisi, può permettersi di acquistare una casa. “Non si è mai visto un Ddl concorrenza che invece di aumentare la concorrenza, la riduce e la limita. La verità è che questo Ddl peggiora la situazione dei consumatori, dalla ratifica delle penali telefoniche, che persino gli emendamenti presentati e non ancora approvati si limitano a proporre di eliminare solo a livello nominale, abolendo l’espressione simbolica ma lasciandole, come prima, a livello sostanziale, come spese, all’eliminazione del mercato tutelato dell’energia. Per questo chiediamo il ritiro del Ddl concorrenza”.
E a proposito dell’ultimo aspetto citato da Dona, quello cioè dell’energia, anche da altre associazioni dei consumatori arriva il pollice verso al Ddl. Secondo il Codacons, “l’emendamento al Ddl concorrenza, secondo cui dovrà essere realizzato entro il 30 giugno 2016 un apposito sito web per la raccolta e pubblicazione delle offerta sul mercato retail, è un provvedimento assolutamente inutile, che non cambierà di una virgola il mercato dell’energia”. Perché? A spiegarlo è il presidente Codacons, Carlo Rienzi: “Sul web esistono già decine di siti che offrono questo tipo di servizio, eppure sul fronte delle tariffe non si è registrato alcun vantaggio. Il mercato libero non ha prodotto benefici per gli utenti ma, al contrario, ha determinato un incremento dei costi per le famiglie. Ciò che serve non è l’ennesimo sito di comparazione dei prezzi, ma misure che introducano una reale concorrenza tra operatori, e che obblighino le società dell’energia al pieno rispetto dei diritti degli utenti, sempre più lesi dallo strapotere dei gestori”.
Insoddisfatti anche Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef: “Il percorso del Ddl concorrenza sta registrando luci ed ombre. Alcuni passi in avanti sono stati fatti relativamente al vero e proprio regalo alle banche ed alle assicurazioni che prevedeva di estendere agli avvocati la funzione pubblica, per autenticare vendite, donazioni e mutui. Tale disposizione, da noi contestata, è stata eliminata; sono stati inoltre introdotti elementi di maggiore concorrenzialità all’interno del sistema notarile, che comunque mantiene le norme di massima tutela, chiarezza e trasparenza nelle operazioni immobiliari. Del tutto insufficienti, invece, sono ancora le norme relative al superamento del mercato tutelato nel settore dell’energia. Seppure vengono immessi elementi di maggior verifica e controllo, le norme sono ancora inadeguate e lascerebbero in balia delle aziende energetiche milioni di famiglie che non vogliono essere raggirate e truffate, come purtroppo oggi accade, per di più pagando tariffe tutt’altro che vantaggiose. Non si capisce, poi, perché si continui a ritenere irrilevante il ruolo dell’Acquirente Unico, che invece si rivela fondamentale per una maggiore concorrenza e competitività di sistema. Su tali versanti, nonché sulle modifiche degli altri aspetti che riteniamo ancora insoddisfacenti (la reintroduzione delle penali nel campo della telefonia e le scarse misure per aumentare la competitività nel settore delle assicurazioni), continuerà la nostra battaglia, con determinazione, fino a quando non raggiungeremo risultati efficaci e realmente utili per i cittadini”.