[Intervista a cura di: VincenzoPerrotta] Scadrà il prossimo 31 dicembre 2015, salvo ulteriori proroghe, la
possibilità di usufruire dell’agevolazione fiscale del 65% per la
riqualificazione energetica degli edifici. Per evitare che questo accada e
anzi, per dare maggiore stabilità agli ecoincentivi, lo scorso 23 luglio è
stata depositata in Senato una mozione che prevede la stabilizzazione, a partire
dal 2016, delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli
edifici, la rimodulazione dei tempi di erogazione degli incentivi e
l’estensione dell’ecobonus a diverse tipologie edilizie, anche nell’ottica del
consolidamento antisismico dei fabbricati costruiti in aree a rischio sismico.
A descrivere obiettivi e
prospettive della mozione, abbiamo in esclusiva per Italia Casa e
Quotidianodelcondominio.it, il suo primo firmatario, senatore Salvatore
Tomaselli.
Senatore Tomaselli, perché è importante
questa mozione?
La mozione è importante,
innanzitutto, perché cerca stabilizzare una misura, quella dell’ecobonus, che
abbiamo visto funzionare negli anni, sia in termini di domande presentate per
usufruirne che di aumento di posti dei lavoro. Se si considera soltanto il
2014, a fronte di 3,685 miliardi di euro di detrazione fiscali, gli incentivi
dell’ecobonus, sommati agli quelli per le ristrutturazioni edilizie, hanno
generato investimenti per 28,4 miliardi di euro, pari a quasi 2 punti di PIL.
Non sono numeri da poco, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di una
misura anticiclica, introdotta negli anni di maggiore crisi del settore
edilizio. È evidente che tale agevolazione non rappresenta un costo per le
finanze pubbliche e anzi ha avuto un impatto positivo sulla crescita economica
del Paese.
Andremo a
calendarizzare la discussione della mozione in aula per la ripresa dei lavori,
a settembre, esattamente alla vigilia dell’approvazione della legge di
stabilità 2016. Se il Governo, come auspichiamo, accoglierà la nostra proposta,
le misure presentate saranno inserite nella stessa legge di Stabilità.
Quali sono le prospettive del settore nel
caso in cui la mozione non venisse approvata?
Dagli studi che
abbiamo a disposizione si evince che, in assenza di ecobonus, i beneficiari che
avrebbero comunque investito in interventi di riqualificazione energetica
sarebbero scesi al 52% nel 2012, al 50% nel 2013 e al 44% nel 2014. Per questo
crediamo nella bontà della mozione e stiamo lavorando affinché venga fatta
propria dal Governo. Fino ad oggi sono stati fatti interventi importanti, da
parte di più schieramenti politici, a favore della stabilizzazione degli
incentivi. Per questo siamo molto fiduciosi.
Come mai allora il calo degli investimenti
degli ultimi mesi, nonostante gli incentivi?
Nell’anno in corso gli investimenti stanno subendo un rallentamento rispetto
al trend registrato nel 2014 e gli ordinativi iniziano a diminuire in modo
deciso. È del tutto evidente che la mancanza di certezze sulla
defiscalizzazione dei futuri investimenti di efficientamento energetico, in
vista della scadenza del 31 dicembre 2015, rappresenta un freno sulle decisioni
di investimento dei contribuenti. Stabilizzando gli incentivi, invece, si
darebbe certezza a famiglie e imprese, consentendo una efficace programmazione
degli investimenti per il futuro.
Anche la misura della
rimodulazione dei tempi di erogazione dell’incentivo va in questa direzione?
Esattamente. Chiediamo che il Governo prenda in
considerazione la possibilità di rimodulare i tempi di erogazione
dell’incentivo, tempi che potrebbero non essere fissi (ora 10 anni) ma
crescenti con l’ammontare della spesa, al fine di rendere conveniente la
detrazione fiscale anche per micro-interventi. Questi ultimi, infatti, se
spalmati in un arco temporale decennale, potrebbero essere visti come un
disincentivo. Un recupero più breve per investimenti minori comporterebbe
sicuramente uno stimolo all’attivazione di piccoli interventi.
In che comparto dell’edilizia c’è più strada
da fare?
Sono diverse le
aree di intervento. La nostra mozione intende impegnare il Governo a estendere
l’applicazione dell’agevolazione per la riqualificazione energetica del
patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di edifici di proprietà di
onlus, la riqualificazione energetica di edifici interi, il consolidamento
antisismico degli edifici nelle aree a rischio sismico e il consolidamento
antisismico dei beni immobili strumentali, comprese strutture alberghiere e
ricettive in generale. Inoltre chiediamo che l’applicazione dell’agevolazione
venga estesa alla costruzione di edifici nuovi, nel caso siano rigorosamente
seguiti criteri di bioedilizia o a energia zero o quasi zero.
Fino a quando saranno
necessarie le agevolazioni? Quando il mercato sarà pronto a farne a meno?
Siamo in una
stagione particolare che, ovviamente, non sappiamo quanto durerà. Gli incentivi
sono una modalità di intervento che, per definizione, non dura in eterno, bensì
per il ciclo di anni necessario a formare nuove tecnologie e generare una nuova
fase industriale. Riteniamo che per il momento vi sia ancora bisogno di
ecoincentivi, ma tra qualche anno sono sicuro che cambierà la cultura dei
cittadini e delle imprese, nell’ottica di un utilizzo migliore dei materiali e
dell’autoconsumo. L’obiettivo finale deve essere il
raggiungimento di più elevati livelli di risparmio energetico per il sistema
Paese.