Ancora i rifiuti protagonisti del dibattito politico e
istituzionale. Se nei giorni scorsi, a puntare i riflettori sul pattume, era
stata un’indagine di Confartigianato sui costi eccessivi della raccolta e su
talune pratiche inefficienti a livello comunale, oggi ad alzare la voce è
Legambiente, che, per voce del presidente della sezione Piemonte e Valle
D’Aosta, Fabio Dogana, denuncia: “Accogliamo con favore la volontà della
Regione di aggiornare il Piano di gestione dei rifiuti urbani, ma ci dispiace
verificare il poco coraggio e la poca ambizione che lo stesso presenta”.
Il commento fa riferimento alla proposta della Giunta
guidata da Sergio Chiamparino per il nuovo Piano
regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione.
“Appare evidente -prosegue Dovana- che gli obiettivi che il Piano si pone al 2020 rispetto alla
riduzione dei rifiuti e alla raccolta differenziata siano davvero miseri. La proposta
parla infatti di una riduzione del 5% dei rifiuti totali prodotti rispetto al
2010, per arrivare ad un valore pro-capite di produzione pari a 455 kg,
paradossalmente 5 kg in più rispetto al dato già raggiunto a fine 2013. Stesso
discorso per gli obiettivi di raccolta differenziata: 65% entro il 2020, cioè
lo stesso obiettivo già fissato per legge al 2012”.
L’associazione ambientalista
da un lato riconosce l’urgenza di una revisione dell’attuale Piano, ormai
obsoleto, ma dall’altro vorrebbe che questo contribuisse a rilanciare in modo forte sui territori una
serie di politiche di gestione virtuosa dei rifiuti, tenendo
conto delle caratteristiche, delle esperienze e dei bisogni di tutti, compresi
i comuni che molto spesso sono forieri di buone pratiche d’eccellenza. Nel
dossier “Comuni Ricicloni 2015”, pubblicato pochi
giorni fa da Legambiente, emerge come ben 356 Comuni italiani abbiano prodotto
nel 2014 meno di 75 Kg di rifiuti indifferenziati pro capite, mentre ben 1.520 Comuni
differenzino oltre il 65% dei rifiuti.