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L’equivoco della local tax: “I servizi comunali vanno pagati da tutti”

  • Redazione
  • 21 agosto 2015

Se Confedilizia è seriamente preoccupata per le tasse sullacasa, in stato d’allerta, in vista delle decisioni fiscali del prossimo
autunno, c’è anche Assoedilizia, che per voce del presidente Colombo Clerici
puntualizza: “C’è chi sostiene che in Italia l’imposizione fiscale sugli
immobili sia molto inferiore a quella di altri paesi europei e che occorra
stare attenti a diminuirla. Queste affermazioni trovano origine nel gran
pasticcio combinato dal nostro legislatore fiscale in materia di tassazione
immobiliare. A ben vedere, i tributi sugli immobili, che costituiscono ormai,
se non l’unica, la preponderante fonte di finanziamento dei servizi comunali,
non li pagano tutti: sono esenti, quanto all’Imu, ben 20 milioni di abitazioni
sul totale di 30, e quanto alla Tasi 5 milioni di famiglie utenti dei servizi
comunali (che affrontano il costo di una Tasi simbolica). Inoltre, secondo
dichiarazioni governative si affaccerebbe l’ipotesi di esentare dalla Tasi
anche altri 20 milioni di famiglie italiane. Insomma, il pasticcio deriva
dall’aver affidato le finanze comunali a tributi il cui presupposto è in parte
di natura patrimoniale ed in parte di natura personale. Con simile impalcatura
normativa è evidente che qualche reazione a difesa delle finanze dei Comuni si
profili; anche se risulta molto sommaria, e si riduce a dire che da noi gli
immobili non pagano sufficienti imposte. Se disaggreghiamo il dato del gettito
complessivo, osserviamo che da noi questi tributi sono a carico della metà
degli immobili, e che soprattutto non pagano adeguatamente i servizi comunali
molti fra quanti ne beneficiano”.

Per il presidente di Assoedilizia è questo il primo nodo da sciogliere:
“In Gran Bretagna la Council Tax (una vera “Local tax”), che rappresenta
il grosso delle entrate per le municipalità, è pagata non dai proprietari degli
immobili, ma da tutti coloro che, occupando un immobile, sono utenti dei
servizi comunali, siano essi residenti o inquilini. Non ci sono categorie
sociali che utilizzino servizi senza pagarli, come avviene da noi. Fino a
quando non si uscirà da questo equivoco, ci sarà sempre qualcuno che dirà che
l’imposizione nel settore immobiliare è insufficiente, mentre invece, per
coloro che finiscono per pagare, essa è esorbitante”.

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