Ancor prima della nuova uscita del premier Renzi (“Nel 2016 elimineremo la Tasi e l’Imu per tutti”), sul tema della fiscalità immobiliare, che ha caratterizzato l’intero dibattito politico estivo, era intervenuta la leader della Cgil, Susanna Camusso, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera aveva precisato: “La Tasi? Togliamola a chi ha solo una casa, ma a chi ne ha più d’una o ha immobili di pregio, no”.
Dichiarazioni che non hanno trovato d’accordo il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici: “Non confondiamo l’esenzione dalla Tasi della prima casa con il tanto auspicato alleggerimento del carico fiscale sugli immobili. La prima non ha niente a che fare con quell’alleggerimento, del quale il settore immobiliare ha un ineludibile bisogno per potersi riprendere sul piano economico-produttivo. Si tratta infatti di una misura fiscale di natura personale e non reale (non è destinata, cioè all’immobile ed al settore immobiliare nel suo complesso) volta a non far pagare ad una categoria di cittadini i servizi comunali di cui godono. L’esenzione dalla Tasi equivale insomma ad un qualunque altro bonus”.
Quindi, per il numero uno di Assoedilizia, lungi dall’essere lodata, la potenziale misura va bocciata senza appello: “Il rischio è proprio che la sua introduzione comporti un ulteriore aggravio fiscale a carico degli immobili che fanno mercato (cioè le seconde case e gli immobili commerciali) con un ulteriore effetto depressivo. Ricordiamo inoltre che nelle “seconde case” sono compresi gli alloggi dati in locazione i quali vengono equiparati, ai fini della tassazione, alle ville e agli appartamenti al mare e ai monti utilizzati per le vacanze. Realtà che i più – dal legislatore ai mezzi di comunicazione – sembrano ignorare. La soluzione? Innanzitutto cercare di uscire una volta per tutte da questo equivoco in cui molti si dibattono, a cominciare dai nostri governanti”.