[A cura di: Confappi]
Otto esperti che si riuniscono almeno una volta al mese per coordinare, in stretta collaborazione con le amministrazioni locali, misure e interventi di riqualificazione energetica negli edifici della pubblica amministrazione. Si può riassumere in questo modo la cabina di regia, istituita lo scorso 9 gennaio, dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, che ha il difficile compito di esaudire le severe richieste dell’Unione europea in tema di efficienza energetica. Il monito di Bruxelles, attraverso la direttiva 2012/27/UE, non lascia spazio a fraintendimenti: ogni anno in Italia, dal 1° gennaio 2014 e fino al 2020, in una visione generale che punta a ridurre complessivamente del 20% i consumi di energia primaria, almeno il 3% degli edifici statali deve essere riqualificato. La percentuale, fino al 9 luglio 2015, è calcolata sugli immobili con una superficie coperta utile superiore a 500 mq; dopo quella data anche gli edifici pubblici con una superficie coperta utile inferiore, e comunque sempre maggiore di 250 mq, saranno obbligati a migliorare le loro prestazioni energetiche.
Per raggiungere l’obiettivo europeo, il Governo ha già stanziato 350 milioni di euro, soldi che andranno morigerati e investiti nel miglior modo possibile. Da qui l’esigenza di costituire un vero e proprio team di otto tecnici specializzati, quattro nominati dal Ministero dello Sviluppo economico e quattro dal Ministero dell’Ambiente, che in qualsiasi momento possono avvalersi della preziosa collaborazione degli operatori Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Gse (Gestore servizi energetici).
Il primo, vero compito della neonata cabina di regia, i cui membri per svolgere questo incarico non ricevono nessun compenso (come disposto dall’art. 4 comma 4 del d. lgs 102/2014), è stato definire un cronoprogramma degli interventi, oltre alla mappatura dei certificati di prestazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione. Infine, la cabina ha pianificato la strategia per l’attivazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, comunque subordinato all’emanazione dei due decreti interministeriali.
Nell’immediato futuro, fanno sapere dai ministeri, servirà poi favorire sinergie con le Regioni per lo sviluppo dell’efficienza energetica degli edifici su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, sostenere il dialogo con gli operatori del settore e con le istituzioni bancarie e finanziarie, così da stimolare il mercato dei servizi energetici. In tal senso, il ruolo di mediazione della cabina di regia è cruciale: per gli interventi di riqualificazione, infatti, il decreto 102/2014 prevede che le pubbliche amministrazioni centrali ricorrano allo strumento del finanziamento tramite terzi e ai contratti di rendimento energetico, oltre alla possibilità di avvalersi delle cosiddette Energy service company (Esco). Un ventaglio di possibilità che, si spera, possa allargare l’orizzonte dei possibili interventi.
Infine, la cabina dovrà formulare proposte concrete da sottoporre ai ministri responsabili e riferire, almeno due volte l’anno ai ministeri d’appartenenza, sulle politiche per l’efficienza energetica.