Arriva da Cernobbio l’ennesima conferma da parte del Governo della volontà di cancellare le Tasse sulla casa, a partire da gennaio 2016. Proprio ai margini del Forum Ambrosetti, infatti, il premier Matteo Renzi è tornato sull’argomento, rispondendo alle critiche giunte negli ultimi giorni anche dall’Europa, preoccupata delle conseguenze che il taglio della Tasi potrebbe avere sulla salute dei conti pubblici italiani. Nel suo intervento, Renzi ha descritto la manovra come una priorità quasi psicologica (giacché Imu e Tasi rappresenterebbero le imposte più odiate dagli italiani) e ha risposto indirettamente anche ai rimproveri del Segretario generale della CGIL Susanna Camusso, per cui l’esenzione Imu e Tasi non servirebbero alla ripresa del Paese. Di parere simile a quest’ultima anche il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “La dichiarazione di Camusso è allineata con le osservazioni che le abbiamo rivolto in occasione di una sua intervista su un noto quotidiano nazionale, purché la si legga con riferimento stretto alle proposte del Governo”. In una nota diffusa ai margini dell’intervento di Renzi a Cernobbio, il presidente dell’associazione della Proprietà Edilizia ha espresso più di una perplessità circa le priorità stabilite dal Governo. “In effetti – ha spiegato Clerici – la politica delle esenzioni solo per la prima casa non incide direttamente sull’andamento economico del settore immobiliare; in altri termini, se non è accompagnata da un parallelo alleggerimento del carico fiscale sulle locazioni e sulle compravendite, non innesca un processo economico virtuoso per il sostegno del mercato. Riguarda, infatti, immobili che non fanno mercato essendo sostanzialmente indisponibili. Il mercato è determinato, viceversa, proprio dalle transazioni economiche aventi ad oggetto immobili disponibili per la compravendita e per la locazione. Seconde case e nuova produzione edilizia che rimangono escluse dall’esenzione”. Senza contare i problemi che si andrebbero a creare per gli amministratori locali: “Quelle esenzioni – ha sottolineato Clerici – da un lato creano problemi ai comuni, che tenderanno a scaricare l’onere per la compensazione del minor gettito sulle spalle delle seconde case e degli immobili commerciali (come d’altronde è già puntualmente avvenuto nelle due occasioni precedenti, con le esenzioni, una dall’ICI, l’altra dall’IMU e nonostante le rassicurazioni preventive che questo effetto non si sarebbe verificato in virtù di un parallelo aumento dei trasferimenti). D’altro lato le esenzioni, come concepite dal Governo, rappresentano un trascurabile bonus fiscale – calcolato mediamente in 17 euro mensili – che si tradurrà in maggiori consumi solo ai livelli inferiori di reddito dei contribuenti. L’effetto finale per il Paese sarà una continua tendenza ad acquistare case come abitazioni in proprietà, per evitare una tassazione che diversamente risulterebbe abnorme e crescente”.
“In definitiva – ha concluso il presidente di Assoedilizia – siamo d’accordo sul fatto che sia una priorità abolire la tassa sulla casa, ma non solo quella sulla prima casa. Non possiamo, con siffatta politica, condannare l’Italia ad essere sempre più un Paese di prime case, pena la sclerosi del mercato immobiliare e della mobilità dell’abitazione”.