[Intervista a cura di: Vincenzo Perrotta]
Circa l’80% degli amministratori italiani non ha ancora svolto le 15 ore di formazione, né sostenuto l’esame finale sui contenuti del corso, previsto dal decreto ministeriale n. 140 del 2014. Alla vigilia della scadenza del 9 ottobre fissata per adeguarsi alla normativa, è questo l’allarme lanciato dal presidente di Anaci Padova, Giorgio Cambruzzi, che abbiamo intervistato per fare luce sulla materia.
Geometra Cambruzzi, cosa succede se l’amministratore non ha ottenuto la certificazione prevista?
Se l’amministratore non rispetta i nuovi requisiti, al 99% dovrà andare a casa. Anche nel caso che abbia tutta l’assemblea condominiale dalla sua parte, basta che un singolo condomino ponga la questione, richiedendo la certificazione, per mettere a rischio il suo lavoro. Adesso, infatti, con il decreto ministeriale n.140 del 2014, nel momento in cui anche soltanto un condomino decidesse di rivolgersi all’autorità giudiziaria per chiedere il sollevamento dall’incarico dell’amministratore che non possiede i requisiti, il magistrato competente ha facoltà di annullare la nomina dell’amministratore e nominarne un altro.
Secondo Anaci, però, un numero rilevante di amministratori non si è adeguato alle prescrizioni di legge.
Secondo le nostre stime, si parla di una quota intorno all’80%. Molti colleghi, soprattutto quelli che ricoprono la carica di amministratore da più tempo, si rifiutano di sostenere l’esame per ottenere l’attestato di partecipazione in quanto lo ritengono superfluo e non intendono essere equiparati ai nuovi arrivati. Ovviamente noi di Anaci non siamo d’accordo con questa linea di pensiero. La legge parla chiaro e sono già più di due anni che tentiamo di promuovere la certificazione degli amministratori, attraverso i corsi di formazione che teniamo ogni primo lunedì del mese, volti all’acquisizione di crediti formativi. L’unica novità riguarda l’esame annuale, peraltro, un precetto non previsto in nessun’altra professione. Il grosso problema è che molti amministratori, ad oggi, non risultano ancora iscritti ad alcuna associazione. Per rendere l’idea, basti pensare che i soci Anaci sono circa 8mila, ma in Italia gli amministratori sono più di 350mila.
Ritiene sia importante l’aggiornamento dell’amministratore?
Assolutamente sì. Crediamo sia giusto e necessario che l’amministratore sia costantemente aggiornato in materia di amministrazione condominiale, in relazione all’evoluzione normativa e giurisprudenziale. L’introduzione di questo tipo di requisito permetterà di aumentare la qualità e la professionalità dell’amministratore di condominio, nonché di mandare a casa chi si improvvisa o chi fa male il suo lavoro danneggiando il condominio e screditando l’intera categoria.
Dal punto di vista delle sanzioni, cosa prevede la normativa vigente nel caso di mancata formazione?
Nel decreto 140/2014, in realtà, non compare una disciplina specifica relativa agli aspetti sanzionatori della materia. Anche se, all’articolo 1 del decreto ministeriale, appare evidente che i criteri, le modalità e i contenuti dei corsi di formazione e di aggiornamento sono considerati dal legislatore come obbligatori per gli amministratori condominiali. Ad ogni modo, come detto in precedenza, l’autorità giudiziaria, su istanza del condomino, ha la possibilità (se non l’obbligo) di sollevare dall’incarico l’amministratore che non ha i requisiti previsti dalla legge nel rispetto del decreto stesso.