[A cura di: Franco Pani – pres. Confamministrare]
All’interno del gran numero di associazioni oggi presenti sul territorio nazionale in rappresentanza della categoria degli amministratori (o meglio gestori) condominiali, Confamministrare presenta alcune peculiarità distintive. Noi siamo nati solo dopo l’entrata in vigore della riforma dello statuto condominiale e la pubblicazione delle Legge (ad oggi non abbiamo ancora compiuto i 2 anni, anche se manca poco); abbiamo preso atto del disagio palesato da molti già iscritti di altre associazioni “storiche”, che poi sono divenuti anche nostri soci fondatori, ma anche di quello palesato dalle associazioni dei proprietari – quale specialmente quella nostra di riferimento, Confabitare – relativi a quanto effettivamente i proprietari-condòmini potessero godere delle nuove norme in ambito condominiale.
Abbiamo quindi cercato di coniugare le esigenze sia degli operatori che degli utenti. I primi richiedevano una struttura che potesse fornire anche una vera e propria “mano pratica”, una tangibile “assistenza” nello svolgimento della sempre più complessa attività; i secondi che vi potesse essere una qualche certezza nell’applicazione della nuova normativa che in effetti, se messa in pratica appieno, risulta altamente tutelante degli interessi dei condòmini e più in generale dei residenti negli edifici in condominio.
Ci siamo resi subito conto che non sarebbe stato semplice coniugare le due esigenze. Tanti amministratori, ad esempio, hanno visto l’avvento delle nuove normative quasi come “contro agli amministratori stessi”, seppur ciò in parte possa sembrare vero (in effetti la mole di lavoro, con le nuove incombenze, si è moltiplicata, così come il rischio di poter essere revocati dall’incarico da un momento all’altro, senza preavviso e, potremo dire, anche senza una motivazione valida). Ci siamo però man mano anche convinti che tali regole potessero anche risultare un “valore aggiunto” per coloro che operano al meglio sul mercato, e che siano in grado di rispettare tutti i dettami delle normative, evitando così, ad esempio, pesanti sanzioni a carico dei propri amministrati (pensiamo solo alle sanzioni fiscali che spesso vengono erogate nei confronti del condominio o al rischio di perdere la possibilità di detrazione fiscale nel caso di sanzioni comminate riguardanti la sicurezza dei lavoratori presenti in cantiere). Così come ci siamo altresì resi conto che il “valore aggiunto” può essere dimostrato ai “clienti” solo se questi sono a conoscenza di tutte le nuove difficoltose incombenze a carico di chi gestisce i loro beni e dei nuovi diritti che hanno oggi acquisito in modo molto più chiaro e dettagliato.
La decisione è stata quindi quella di “partorire” un’associazione di categoria che potesse scegliere i migliori professionisti sul territorio, qualificarli sempre più con un’azione ed un’assistenza continua ed allo stesso tempo informare gli utenti, dimostrando così che il loro amministratore opera in modo continuativo, e non senza difficoltà, nel loro totale interesse. Per tale motivo Confamministrare è nata in stretta sinergia con le sezioni di Confabitare distribuite su tutto il territorio nazionale. La nostra preoccupazione, già più volte espressa, è che quanto di positivo previsto dalla Legge 220/12 in favore dei proprietari possa risultare vanificato dalla mancanza di un organo di controllo che sia in grado di garantire i condòmini; allo stesso tempo continuiamo a chiederci come poter “convincere” questi ultimi delle qualità di chi amministra i loro beni.
Per cercare di fornire almeno una risposta iniziale a questi nostri quesiti abbiamo quindi istituito in ogni provincia lo Sportello “casa e condominio”, spesso radicato addirittura all’interno delle strutture Municipali, così da creare un punto di incontro fra gli utenti e chi possa fornire loro una consulenza appropriata e di qualità; da sempre anche a proposito, ad esempio, degli interventi che possono essere messi in pratica per migliora l’efficienza energetica dell’edificio e quindi mantenere almeno costante il valore della proprietà immobiliare.
QUALE FUTURO
Ora la domanda è: quale è il contributo che Confamministrare ritiene di poter ancora fornire al mondo condominio? Sarà indubbiamente un lavoro molto lungo e faticoso, ma nei prossimi anni abbiamo l’intenzione di continuare a lavorare sui due fronti: quello della sempre maggiore qualificazione dei Gestori Immobiliari e, soprattutto, quello dell’informazione agli utenti, così da creare una vera e propria cultura condominiale, oggi molto carente. Lo scopo ultimo? Poter anche apprezzare chi fa bene il proprio lavoro (ed identificare chi invece non lo fa) e poter infine giungere ad una completa sinergia fra chi opera e chi decide nel suo stesso interesse.
Quando potesse servire, peraltro, l’informazione potrebbe anche trasformarsi in “formazione” dei condòmini. Un esempio: la contabilizzazione del calore, spesso messa in opera solo per obbligo legale, avverrà in tutta la Penisola fra oggi ed il dicembre 2016, con l’amministratore che, ovviamente, prima “propone” l’obbligo e poi viene accusato del “denaro buttato” qualora l’impianto non dovesse rendere quanto sperato, mentre in realtà, se così fosse, si tratterà sempre di errato uso della nuova tecnologia da parte degli utenti stessi.