Quello delle locazioni, delle crescenti difficoltà a pagare i canoni, delle conseguenti richieste di sfratto, ma anche dei pignoramenti: in sintesi, il problema del disagio abitativo, è purtroppo diffuso in tutta Italia. Lo dimostrano, tra i tanti altri, i dati relativi alla città di Bologna, dove nel primo semestre 2015, compresa la provincia, sono già stati 560 i pignoramenti di immobili, e altri 510 dovrebbero arrivare nella seconda parte dell’anno, per un totale di circa 1.070 case, negozi e capannoni che, nel 2016, saranno immessi sul mercato. Del totale, infatti, circa il 75% sono abitazioni, il 15% immobili agrari, il restante 10% immobili commerciali.
I numeri sono stati snocciolati da Ape-Confedilizia Bologna nell’ambito della Festa del condominio svoltasi le scorse settimane e dicono anche che, l’anno scorso, il 52% delle aste è andata deserta, mentre quest’anno la percentuale è in leggero calo, aggirandosi sul 48%.
Intanto, se si confrontano i nuovi dati dei pignoramenti con quelli del 2014, si nota un seppur piccolo incremento, dato che l’anno scorso se ne sono contati 1.027 (il 65% dei quali è andato all’asta). La tendenza delle esecuzioni immobiliari, comunque, negli anni è cresciuta. Basti pensare che erano 250 nel 1998 per arrivare a 950 del 2010. Quanto alle aste andate deserte, dopo anni di crescita, sembra sia appunto in arrivo una battuta di arresto. Fino a qualche anno fa, solo otto immobili su 100 portati all’asta non venivano venduti, mentre nel 2014 al primo esperimento di vendita andava fallito il 58% delle aste, con la conseguenza di abbassare i prezzi nei successivi tentativi. D’altra parte, anche con quotazioni vantaggiose, l’acquisto di un immobile – complico la crisi del mercato e l’elevato impatto fiscale – non è più considerato necessariamente un buon investimento o un affare appetibile. Di qui, la debacle delle aste.
Del tema si è discusso appunto a Bologna in uno dei dibattiti organizzati nell’ambito dell’evento di Ape Confedilizia, alla presenza di magistrati e avvocati che si sono confrontati su crisi economica, esecuzioni immobiliari, adempimenti, liberazione degli immobili a seguito di vendita coatta.
Intanto, a giudizio della presidente di Ape-Confedilizia, Elisabetta Brunelli Monzani, “la crescita dei pignoramenti, causata sicuramente dalla crisi economica, mette in serissima difficoltà chi sta pagando un mutuo o si trova improvvisamente indigente. Accanto a queste vittime, ci sono coloro che occupano abusivamente immobili: un fenomeno che si presenta come un vero e proprio furto, con nessuna possibilità per il proprietario, anch’esso vittima, di liberare velocemente l’immobile. Anche per queste ragioni le Questure dovrebbero essere obbligate a sgomberare immediatamente gli abusivi”.
La questione, in sostanza, resta quella di sempre: da un lato i conduttori di appartamenti in affitto – anche sulla scia della crisi economica ed occupazionale – tendono sempre maggiormente ad evadere i canoni mensili; dall’altro i proprietari immobiliari denunciano di non potersi sostituire allo Stato nella risoluzione del problema. Nel mezzo, malgrado i buon propositi dell’ultimo Piano casa, c’è una politica che non ha ancora trovato il bandolo di una matassa che andrebbe dipanata in maniera strutturale.