Niente formazione, niente lavoro. È questa, seconda l’Anammi, l’inevitabile equazione alla quale andranno incontro quei professionisti che non svolgono le 15 ore di aggiornamento annuale, rese obbligatorie dal DM 140 dello scorso anno. “Non è una regola da prendere alla leggera – conferma Giuseppe Bica, presidente dell’associazione -. L’assemblea condominiale, in caso di rinnovo o prima nomina, può accertarsi se l’amministratore abbia ottemperato all’obbligo di formazione, chiedendo conferma alla stessa associazione di appartenenza. Se non si è in grado di dimostrare di aver acquisito la necessaria formazione, tramite apposito attestato, o di essere in procinto di completare le ore formative, l’incarico può essere negato o revocato”.
Proprio a tale scopo, all’amministratore che ha superato l’esame finale del corso di aggiornamento, l’Anammi conferisce un’apposita certificazione attestante la formazione conseguita.
Quello dell’aggiornamento, peraltro, rappresenta uno dei requisiti professionali stabiliti dalla stessa Anammi per tutti i suoi iscritti fin dai suoi primi corsi, nel 1993. “Il legislatore, con la riforma del 2012 e con il decreto ministeriale 140 – chiarisce Bica – ha inserito una serie di parametri, che noi promuoviamo da tempo per i nostri iscritti e che, a nostro avviso, devono essere oggetto di verifica in sede di assemblea condominiale, quando si nomina il professionista”. In tal senso, negli ultimi mesi l’associazione ha registrato numerose richieste di informazioni da parte di condòmini chiamati a scegliere l’amministratore di condominio.
Ma quello della formazione periodica,come detto, non è l’unico requisito che l’amministratore deve dimostrare di possedere. È necessario, infatti, il diploma di scuola superiore e il non aver conseguito condanne penali.
E non è ancora tutto. “Oggi, chi opera nel settore – sottolinea il numero uno dell’Anammi – deve sottostare ad una serie di obblighi di legge, che richiedono competenze specifiche, capacità e strumenti manageriali”. In particolare, oltre ai requisiti minimi di legge e alla formazione, i condòmini possono controllare se il candidato amministratore è in regola con la certificazione di conformità, l’attestato che comprova i requisiti professionali dell’amministratore, se usufruisce di una polizza di responsabilità civile, e se è iscritto ad un’associazione di settore.
Conclude Bica: “Organizzazioni come Anammi, in quanto iscritte all’elenco delle associazioni rappresentative di professioni non regolamentate presso il ministero della Giustizia, impongono per statuto ai loro soci l’attività formativa ed un codice deontologico da seguire. Si tratta, quindi, di una garanzia aggiuntiva per i condòmini”.