Si è svolta il 1° ottobre l’audizione informale dell’Ance presso la Commissione Industria del Senato, in merito alla questione relativa all’aggiornamento delle linee guida in materia di certificati bianchi (Atto 611).
Sprechi di energia
La delegazione Ance, guidata dal vicepresidente per la Tecnologia, l’innovazione e l’ambiente, geometra Gianluigi Coghi, ha evidenziato, in premessa, che il nostro Paese risulta il principale responsabile in Europa delle emissioni di anidride carbonica legate ai consumi nel comparto abitativo, e gli stessi consumi legati all’edilizia rappresentano in Italia circa il 36% di quelli totali.
La ragione degli alti consumi energetici risiede nella vetustà e nell’obsolescenza del patrimonio edilizio esistente, composto, prevalentemente, di abitazioni con più di 40 anni, antecedenti quindi la prima norma sull’efficienza energetica in edilizia che risale al 1976. Il fabbisogno medio degli edifici residenziali esistenti è,non a caso, circa quattro volte superiore alla media degli edifici costruiti secondo le attuali normative sull’efficienza energetica.
Il ruolo dell’edilizia
Al riguardo, ha, quindi, sottolineato il ruolo chiave del settore delle costruzioni, chiamato a contribuire significativamente al risparmio di energia del nostro Paese e agli obiettivi di sostenibilità fissati a livello europeo come il Pacchetto Clima-Energia 20-20-20, rilevando che, come emerge dal Rapporto Enea sull’Efficienza Energetica 2015, l’Italia ha recepito gli indirizzi europei in tema di efficienza energetica, ed è in linea con gli obiettivi fissati a livello nazionale.
In particolare, negli ultimi anni si è prodotto un significativo aumento del giro d’affari collegato agli interventi di recupero edilizio e alla riqualificazione energetica degli edifici, grazie anche agli effetti di stimolo degli incentivi legati alla riqualificazione ed all’efficientamento energetico.
Strumenti fiscali
Di tali incentivi, la detrazione Irpef per la riqualificazione energetica degli edifici, potenziata dal 55% al 65% e prorogata di anno in anno (almeno fino ad oggi), è certamente il più noto, ed il suo contributo al risparmio energetico (e all’economia) del Paese è fondamentale. Per agevolare anche il settore pubblico, di fatto escluso dai benefici della detrazione fiscale, dal 2013 è stato poi introdotto un nuovo strumento, il Conto termico, finora, peraltro, largamente sottoutilizzato.
Terzo importante strumento di sostegno all’efficienza energetica – elemento che riguarda l’Audizione – è costituito dai Titoli di Efficienza Energetica (Tee), o Certificati Bianchi, ovvero titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali mediante interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica.
Certificati bianchi
Al riguardo, il vicepresidente Coghi ha rilevato come I Tee rappresentino una misura di grande impatto sul settore delle costruzioni. Infatti, nonostante abbiano avuto minor diffusione nel settore civile rispetto a quello industriale, se si guarda ai risparmi energetici conseguiti grazie allo strumento, nel settore residenziale l’energia risparmiata grazie ai TEE è sostanzialmente pari a quella relativa alla detrazione fiscale. Assai rilevante è altresì un altro dato riportato nel Rapporto Enea 2015: il costo/efficacia è di oltre sette volte inferiore alla media riscontrata per il meccanismo delle detrazioni fiscali.
Occorre, quindi, prendendo spunto dalla revisione del meccanismo,prevista dal decreto 102/2014 sull’efficienza energetica e su cui il Ministero dello Sviluppo economico ha redatto un documento di proposte, potenziare i certificati bianchi, favorendone la diffusione all’interno del settore civile.
Ipotesi di revisione
Il vicepresidente ha, quindi, ricordato le due ipotesi di revisione delle modalità di riconoscimento dei certificati bianchi allo studio del Ministero, di cui la prima prevede che il periodo di riconoscimento dei titoli sia pari al periodo di effettivo utilizzo dell’impianto oggetto di intervento (sostanzialmente, il periodo di diritto all’incentivo si allungherebbe per la maggior parte degli interventi fino a un massimo di 15 anni. Inoltre una parte dei certificati bianchi potrebbe essere anticipata su scelta del beneficiario nei primi anni di diritto all’incentivo); la seconda prevede invece il riconoscimento dei certificati per i risparmi effettivamente realizzati (moltiplicati al massimo per due per gli interventi particolarmente impegnativi) per un periodo pari a 5 anni per tutte le tipologie di intervento.
Al riguardo, Coghi ha evidenziato come la prima ipotesi risulti maggiormente innovativa e premiante. Nell’attuale sistema la maggior parte dei periodi di spettanza dell’incentivo è pari a soli 5 anni, quindi le proposte del Ministero arriverebbero fino a triplicare tali periodi, e ciò ovviamente si tradurrebbe in un maggior risparmio energetico associato.
Quale periodo
Ad avviso dell’Ance occorre comunque prevedere un ulteriore allungamento del periodo: l’isolamento termico dell’involucro edilizio ha infatti una vita utile reale di almeno trent’anni, pertanto sarebbe coerente che i certificati bianchi venissero rilasciati per tale intero periodo. Positiva è inoltre la proposta di anticipo di una quota dei certificati bianchi, per cui sarebbe possibile recuperare più velocemente il costo dell’investimento.
Il vicepresidente ha, altresì, sottolineato che secondo le proposte del Ministero non andrebbero più incentivati interventi che risultano già economicamente convenienti sulla base di risparmi generati, e che quindi non necessitano di un sostegno pubblico per la loro realizzazione. In proposito, sarebbe, invece, auspicabile razionalizzare l’incentivo, prevedendo che gli interventi con tempi di ritorno inferiori a tre anni godano di certificati bianchi per un periodo di tre anni.
Il settore civile
Riguardo al settore civile, il Ministero propone di razionalizzare i vari strumenti di sostegno vigenti, escludendo dai certificati bianchi gli interventi di piccola taglia già compresi nel Conto Termico, nelle detrazioni fiscali o negli incentivi relativi alla produzione di energia rinnovabile. In particolare, per le fonti rinnovabili di energia, il Ministero ipotizza di specializzare il meccanismo alla sola promozione degli interventi di incremento dell’efficienza energetica.
A tal proposito, l’ipotesi di escludere dal campo di applicazione dei certificati bianchi gli interventi nel settore civile già incentivabili sulla base delle detrazioni fiscali o del Conto Termico non è assolutamente condivisibile. Come già evidenziato, i dati Enea hanno confermato che i certificati bianchi hanno un considerevole impatto sul settore residenziale. Eliminare gli interventi “edilizi” dal meccanismo dei Tee appare quindi immotivato. Occorre, inoltre, considerare che la detrazione fiscale del 65% non è permanente, ma soggetta a decadenza alla fine dell’anno in corso – a meno che non sia prorogata ovvero, come sempre auspicato dall’Ance, resa strutturale -.
Relazione con l’Ape
Secondo l’Ance, al fine di potenziare la diffusione dei certificati bianchi nel settore civile sarebbe invece opportuno introdurre un nuovo sistema di riconoscimento basato sull’Attestato di Prestazione Energetica e sulla Relazione Tecnica di Progetto previsti dal decreto legislativo n. 192/2005. Nello specifico sarebbe auspicabile riconoscere i Tee per quegli edifici di nuova costruzione che offrono una prestazione energetica migliore di quella minima richiesta dalla normativa in vigore, nonché per gli interventi di riqualificazione energetica cosiddetti “importanti” ai sensi del decreto legislativo n. 192/2005, parametrando i certificati bianchi al risparmio energetico conseguito.
Fonti rinnovabili
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, è opportuno, altresì, non escludere il teleriscaldamento a biomassa non cogenerativo, che ad oggi, oltre ai certificati bianchi, non gode di alcuna altra forma di agevolazione. Attualmente, infatti, i certificati bianchi sono l’unico incentivo che ne ha sostenuto la diffusione, pertanto un’eventuale esclusione priverebbe il settore civile di uno degli strumenti per il conseguimento dei suoi obiettivi di sostenibilità energetica.
Assume, inoltre, particolare importanza, escludere la previsione di qualsiasi soglia minima di risparmio affinché un progetto acceda ai certificati bianchi. La soglia vanificherebbe, infatti, l’obiettivo di risparmio per il settore civile, dal momento che sono proprio gli interventi medio-piccoli quelli maggiormente diffusi sul territorio.