[Intervista di: Vincenzo Perrotta]
Sarà Roberta Vitale (nella foto) a guidare
il Gruppo giovani dell’Ance per i prossimi tre anni. L’imprenditrice
napoletana, che succede a Filippo Delle Piane, è stata eletta lo scorso 15
ottobre nel corso del Consiglio nazionale dell’Associazione costruttori edili.
La neo-presidente ha raccontato ai nostri taccuini quali saranno le linee
programmatiche della sua presidenza, con uno sguardo alla legge di Stabilità e
alle prospettive per il comparto.
Quali sono le istanze che porterà avanti da
presidente di Ance Giovani? Che direzione intende imprimere al suo mandato?
Sono molto soddisfatta e consapevole di avere di
fronte un triennio di grande impegno, ma anche molto stimolante. Già in questi
anni di lavoro a fianco di Filippo Delle Piane ho avuto modo di apprezzare la
quantità di stimoli e di progetti che un gruppo motivato come il nostro può
mettere in campo per sostenere le imprese e tutto il settore dell’edilizia.
Anche nel mio mandato intendo lavorare ancora di più su quei temi che sono
strategici per comprendere e interpretare il settore delle costruzioni del
futuro. Penso in particolare alla digitalizzazione, alla formazione e
all’internazionalizzazione, su cui i giovani dell’Ance si stanno impegnando
fortemente, ottenendo ottimi risultati. Ma soprattutto voglio che il Gruppo
giovani sia connotato da una volontà di apertura e di confronto con tutta la
grande filiera dell’edilizia, sfruttando al meglio le nuove tecnologie, come
gli open data. Tutto ciò che riguarda l’innovazione, nel processo
produttivo come nel mercato dovrà essere il nostro pane quotidiano, condito da
un po’ di entusiasmo che non guasta mai.
Può tracciare un quadro sintetico sullo stato di
salute del settore, in particolare dei giovani che svolgono la professione di
costruttori edili?
Dopo otto anni in cui il nostro mercato si è
ristretto visibilmente, con un brusco calo sia dei fatturati delle nostre
imprese sia dell’occupazione, si cominciano a intravedere i primi segnali di
ripresa. Mi riferisco in particolare alle compravendite di immobili che sono
aumentate dell’8,2% nel secondo trimestre dell’anno e ai mutui che sono
cresciuti di oltre il 50%. Qualche elemento positivo si comincia a intravedere
anche nelle opere pubbliche, con una crescita del 13% del numero di bandi
pubblici rispetto all’anno scorso e con un aumento degli investimenti, dopo anni
di tagli pesanti. Un quadro che ci fa guardare al futuro con più fiducia, ma
anche con la consapevolezza che dobbiamo fare tutti un salto di qualità se
vogliamo tradurre questi segnali in realtà consolidate. La sfida per noi
giovani costruttori in questi anni è stata ancora più impegnativa, perché in
molti casi abbiamo dovuto affrontare un cambio generazionale all’interno delle
nostre imprese, proprio nel momento più duro della crisi. Anche per questo, la
condivisione delle esperienze tra i giovani costruttori può fare la differenza
e fornire un supporto nei processi aziendali complessi, compensando la mancanza
di esperienza.
Ritiene che il taglio delle tasse sulla prima
casa, da parte del Governo, riuscirà a dare nuovo slancio al settore? Oppure
sarebbero stati più opportuni altri tipi di intervento (ad esempio, il taglio
del costo sul lavoro)?
Alcune misure contenute nella Legge di stabilità,
appena licenziata dal Governo, sono sicuramente utili. Penso alla proroga degli
sgravi fiscali sulle ristrutturazioni e sugli interventi di efficientamento
energetico e anche alle risorse destinate agli istituti autonomi delle case
popolari che rappresentano un’importante novità. Anche la riduzione di Imu e
Tasi è positiva perché, sostenuta da un migliore accesso al credito da parte
delle famiglie, contribuisce a ripristinare un clima di fiducia nelle famiglie
che può rilanciare i consumi e gli investimenti. Qualcosa in più ci saremmo
aspettati per il Sud Italia, per il quale occorrono interventi strutturali e
risorse adeguate. È un capitolo che va affrontato al più presto se vogliamo che
le tante potenzialità del Mezzogiorno non vengano ancora una volta penalizzate.
E infine, ci aspettiamo che venga affrontato anche il problema del costo del
lavoro, che continua a essere un fattore di scarsa competitività soprattutto
per le imprese edili che pagano un prezzo troppo alto, anche rispetto agli
altri settori industriali. Ridurre il cuneo fiscale è una misura che può
mettere d’accordo tutti, imprese e sindacati, e arginare la piaga del lavoro
nero che fa concorrenza sleale a chi segue le regole e tutela i propri
lavoratori.
?Quali sono le sfide che attendono l’Ance Giovani
per il futuro? In cosa consiste la sua proposta per affrontarle? Quali
innovazioni si auspica per la professione di costruttore edile?
Bisogna partire da un dato di fatto: nel prossimo
futuro gli imprenditori edili non saranno più solo costruttori ma dovranno
diventare veri e propri gestori di un processo che va dalla progettazione alla
realizzazione fino alla manutenzione. Le nostre imprese, quindi, devono
rafforzare il ruolo centrale nella lunga filiera delle costruzioni. Ecco perché
bisogna insistere sulla formazione, a partire dalle scuole, e sulla
valorizzazione del capitale umano. Questo sarà sicuramente il core business
dell’impresa edile del futuro. Per raggiungere questo obiettivo il gruppo
giovani dell’Ance lavorerà soprattutto sull’innovazione tecnologica e in
particolare sul Bim, un sistema integrato di software che gestisce l’intero
processo edilizio, che sta riscuotendo successo ed è in grado di garantire
condivisione e trasparenza nei rapporti con progettisti, fornitori e clienti. È
uno strumento su cui puntiamo molto.
Infine, un altro tema importante è quello
dell’internazionalizzazione. Complice la crisi del mercato interno, l’estero è
diventato un’opportunità sempre più importante per le nostre imprese. Anche su
questo fronte sarà fondamentale sfruttare la rete di relazioni che il nostro
gruppo ha costruito nel tempo, a partire dal G20 Young Entrepreneur Alliance,
il network globale di giovani imprenditori, espressione del contesto
economico dei diversi Paesi.