[A cura di: Gianluca Palladino]
Fu vera gloria? Ai contribuenti l’ardua sentenza.
Dopo i proclami autocelebrativi degli ultimi mesi sulle tasse abbassate,
l’occupazione rilanciata, i gufi smentiti, perfino gli italiani arricchiti, è
sulla legge di Stabilità che si gioca la credibilità di Renzi e del suo
Governo. E ancora una volta saranno la casa e il suo indotto ad assumere un
ruolo da protagonisti.
Facciamo una premessa: quello che leggerete in
quest’editoriale e negli articoli delle pagine seguenti non è un bilancio
definitivo, bensì solo tendenziale di una norma, come la Finanziaria del Paese,
sulla quale – tradizionalmente – si può pontificare a ragion veduta solo dopo
la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (e talvolta è ancora presto). Perché la
legge di Stabilità è un po’ come il campionato di calcio: di giornata in
giornata i risultati cambiano, la classifica pure; una domenica un allenatore è
un pollo, quella successiva è un genio. E così calciatori, squadre, società.
Ora applichiamo il parallelo alla misura
finanziaria e ai cambiamenti di rotta che le sono stati impressi già soltanto
dall’approvazione in Consiglio dei Ministri alla tardiva presentazione in
Parlamento. Esempio numero uno: l’imposta sulla prima casa. Ne saranno esentati
tutti. No, dietro-front: le abitazioni di lusso continueranno a pagarla, però
in misura ridotta rispetto agli anni passati. E graverà anche sulle pertinenze;
anzi, box, garage e cantine la scamperanno. Esempio numero due: il canone Rai
in bolletta elettrica: si pagherà in un’unica soluzione e sarà a carico anche
dei possessori di tablet; no: si verserà in 6 rate e chi maneggia strumenti
diversi da quello televisivo classico forse potrebbe evitare l’esborso. (Che
poi nel gioco delle auto-certificazioni ci sarà da ridere). E non parliamo del
blocco degli incrementi delle imposte locali, che più ancora dei Comuni tange
le Regioni (soprattutto alcune): che accadrà? Verrà confermato? E i Municipi,
da parte loro, si accontenteranno delle compensazioni al minor gettito di cui
patiranno a seguito dell’abolizione dell’Imu?
Intendiamoci: una normale dialettica politica è
il sale della democrazia, e non c’è niente di strano che la legge di Stabilità
subisca, nei suoi iter nelle commissioni Parlamentari e in aula, modifiche,
aggiustamenti, si spera miglioramenti. Però il rischio concreto è quello di
discutere sul nulla, prima che magari un voto di fiducia renda irreversibile un
tutto lontano dalle speranze della vigilia. Che peraltro, in alcuni casi sono
state disattese fin da subito. La detassazione degli affitti per contrastare
l’emergenza abitativa; la riduzione delle imposte anche sulle abitazioni non
prima casa: sono solo alcuni dei provvedimenti (al momento inascoltati) che la
proprietà chiedeva per dare nuovo slancio al mercato immobiliare e al settore
edilizio. In verità, quest’ultimo potrà giovarsi almeno dell’unica misura che
per ora non sembra in discussione: l’incremento al 50% delle detrazioni sulle
ristrutturazioni e la conferma per tutto il 2016 dell’ecobonus al 65%. Per il
resto, l’interrogativo di partenza rimane intatto: per l’Esecutivo la legge di
Stabilità fu vera gloria? Ai contribuenti, fra qualche settimana, l’ardua
sentenza.