“L’eliminazione dell’Imu sulla prima casa praticamente per tutti è un provvedimento con cui il Governo di Matteo Renzi sembra strizzare l’occhio alle scadenze elettorali della primavera 2016: siamo sostanzialmente nell’ambito della propaganda e della ricerca spicciola di consenso. La tassazione sull’abitazione non può non tenere conto delle capacità reddituali di ciascun proprietario: lo impone un criterio di equità sociale da cui non si può prescindere”. Anche l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università La Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA (service provider nel settore del real estate italiano) interviene nel dibattito in corso su quella che è una delle misure più discusse della Legge di Stabilità.
“Il fatto che verranno escluse da questa agevolazione i castelli o le grandi ville non può ovviamente bastare – prosegue Simoncini -. Ridurre la fiscalità sul bene rifugio per eccellenza degli italiani è certamente auspicabile per gli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse, perché potrebbe dare un impulso prezioso al rilancio dei consumi interni del Paese. Allo stesso tempo, però, chi gode di uno status economico-finanziario agiato è giusto che continui a pagare l’Imu anche sulla prima casa. Per gli appartenenti a fasce di reddito alte, infatti, questa tassa non costituisce un problema; mentre, ad esempio, potrebbe esserlo per chi si trovasse a ereditare una prima abitazione di pregio pur non avendo un reddito equivalente”.
Di qui una proposta che certamente non incontrerebbe il favore della associazioni della proprietà immobiliare: “Va necessariamente varata una forma di tassazione progressiva che abbia come doppio criterio di applicazione il tipo di abitazione posseduto e il reddito percepito. Senza dimenticare l’opportunità di portare finalmente a compimento la revisione del catasto: ciò consentirebbe di sanare una situazione anomala che si trascina da decenni, con case di lusso sottoposte a tassazioni inferiori rispetto a normalissime abitazioni di periferia. La riforma, a lungo sbandierata, sembra sia stata definitivamente messa da parte: l’auspicio è che il Governo torni sui propri passi”.