“Accogliamo con grande soddisfazione la proposta di Federica Chiavaroli, una delle due relatrici della manovra al Senato, di esentare dall’Imu la casa data in comodato d’uso gratuito ai figli”. A dichiararlo sono Gabriele Bruyère e Andrea Casarini. “Attualmente – puntualizzano il presidente e il segretario dell’Uppi – la casa data in uso gratuito al figlio paga l’Imu con aliquota minima del 4 per mille, ma in certi Comuni arriva anche al 9,6 per mille. Ricordiamo che fa parte della cultura italiana destinare i risparmi, investendoli nel mattone, proprio per i propri figli, che, a causa della crisi economica e della crisi del lavoro, non sono in grado di pagare un affitto o un mutuo. Abbiamo sempre sostenuto che tassare la casa data in comodato ai figli sia errato e uno strumento frenante all’investimento casa”.
Bruyère e Canasini si dichiarano, inoltre, “favorevole alla proposta del ritorno al pagamento in contanti delle locazioni abitative. Di fatto, il Dl. 133/2014 prevede che gli affitti abitativi siano pagati con metodi tracciabili, ad esempio bonifici o assegni: legge poi congelata da una nota del Mef (Ministero Economia e Finanze) con protocollo 10492 del 5/2/2014. Ora, se la proposta verrà accolta, si passerà al pagamento per contanti fino ad euro 3.000”.
Ma sul tema della fiscalità immobiliare applicata ai contratti di locazione abitativa è intervenuto, nei giorni scorsi, anche il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici: “Se introdurre un sistema fiscale premiante per chi affitta alloggi a canoni moderati è virtuoso sul piano sociale, non lo è altrettanto sul piano economico, perché non genera alcun investimento che incrementi l’offerta in locazione e sostenga i valori di mercato. Affinché ciò avvenga è necessario abolire la politica dei differenziali fiscali, che vorrebbe un sistema penalizzante per chi loca a canone libero e per chi possiede alloggi non occupati. In altri termini, bene l’azione di incentivo della locazione agevolata, ma non si può, contestualmente, dissuadere la locazione libera”.