“Il Consiglio di Stato, accogliendo le nostre tesi, sottoporrà a verifica i criteri tariffari del servizio idrico al fine di controllare se essi reintroducano in via surrettizia il criterio dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito, previsto dal d.lgs. n. 152 del 2006 ma abrogato dal referendum del 12 e 13 giugno 2011”. A sottolinearlo è il Codacons, secondo cui “con l’ordinanza interlocutoria n. 4745/2015 il Consiglio di Stato ha infatti disposto una consulenza tecnica d’ufficio per svolgere accertamenti sull’attendibilità e ragionevolezza tecnica della voce tariffaria inserita in bolletta e relativa alla copertura degli oneri finanziari in materia di servizio idrico integrato, approvata dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico nel dicembre 2012”.
Come ricostruisce l’associazione, la questione nasce da un ricorso presentato dal Codacons al Tar della Lombardia, in cui si contestava la legittimità delle tariffe volte a coprire i costi sostenuti dai gestori del servizio idrico integrato, nella misura in cui esse non si limitino alla mera copertura dei costi derivanti dagli investimenti, ma inglobino nella misura forfetaria del 6% oltre gli oneri fiscali: i cd. oneri finanziari.
“Il Consiglio di Stato – illustra ancora il Codacons – esaminati i motivi del ricorso da noi proposto, si è convinto della necessità di verificare attendibilità e ragionevolezza tecnica della voce tariffaria relativa alla copertura degli oneri finanziari, onde valutarne la conformità al vigente assetto normativo quale scaturito dall’esito referendario, non potendo tale componente tariffaria più essere improntata al criterio dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito, bensì al criterio, diverso e più restrittivo, della copertura integrale dei costi (segnatamente, per quanto qui rileva, dei costi del capitale proprio investito), ed ha affidato una consulenza tecnica ad un Collegio peritale costituito da tre professori, ordinari o associati, in materia di economia industriale o materia analoga, in servizio presso l’Università La Sapienza di Roma, l’Università LUISS Guido Carli e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata”.
Il Codacons rimarca anche che “la Ctu disposta dal Consiglio di Stato costituisce una premessa importante per pervenire all’accertamento di quanto sostenuto in giudizio dalla nostra associazione, ovvero che i criteri tariffari deliberati da Authority si pongono in contrasto con l’odierno assetto normativo risultante dal referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 con cui è stato espunto dall’ordinamento il criterio dell’adeguata remunerazione del capitale investito di cui all’art. 154 co. 1 d. lgs.vo 152/2006. Se sarà accertata l’irregolarità dell’applicazione in bolletta degli oneri finanziari, le società che gestiscono la fornitura di acqua alle famiglie saranno chiamate a restituire circa 400 milioni di euro ai cittadini, derivanti dall’illecito inserimento in fattura di una voce abrogata dal referendum. Per tale motivo il Codacons pubblicherà a breve sul proprio sito internet il modulo che le famiglie possono inviare al proprio gestore per bloccare la prescrizione e far valere i propri diritti, in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato”.