Anche nel primo mese del 2016 si conferma il trend positivo della domanda di mutui da parte delle famiglie italiane (si tratta di vere e proprie richieste formali presentate agli istituti e non di semplici preventivi o interrogazioni on line) con un eloquente +48,6% rispetto lo stesso mese del 2015, che a sua volta si era caratterizzato per un robusto incremento. In compenso, sulla scia dei mesi precedenti, l’importo medio richiesto continua a contrarsi, e si è attestato a 120.144 euro, toccando il valore più basso in assoluto da quando Crif ha iniziato a rilevare in modo sistematico la dinamica della domanda.
Nella tabella ad integrazione dell’articolo sono riportate le variazioni percentuali mensili relative al numero delle domande di mutui raccolte dagli istituti di credito e contribuite in Eurisc: il sistema di informazioni creditizie di Crif che raccoglie i dati relativi ad oltre 78 milioni di posizioni creditizie. Le variazioni sono indicate in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.
In sintesi, scorrendo i dati si può affermare che ormai continua ininterrottamente da oltre 2 anni il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, sostenuto anche dalle richieste di surroga stimolate dalle appetibili condizioni offerte sul mercato.
IMPORTO MEDIO
Se da un lato la domanda continua a mantenersi vivace, anche nel mese di gennaio 2016 va quindi segnalata una flessione dell’importo medio richiesto, che si ferma a soli 120.144 euro contro i 125.918 euro del primo mese del 2015 e ben al di sotto degli oltre 138.500 euro registrati a inizio 2010. Nello specifico, il valore medio richiesto dagli italiani nel mese di gennaio rappresenta il minimo storico assoluto da quando Crif ha iniziato a rilevare sistematicamente l’andamento della domanda di mutui. A questo riguardo, è opportuno sottolineare come la progressiva riduzione del valore dei mutui richiesti rifletta da un lato la consolidata tendenza da parte delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui peso della rata incida il meno possibile sul reddito disponibile, e dall’altro le favorevoli condizioni di acquisto degli immobili disponibili sul mercato, senza però dimenticare la crescente incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui.
LA DURATA
A conferma della cautela delle famiglie italiane, il Barometro Crif rileva ancora una volta la preponderanza di richieste di mutui concentrate nelle classi di durata superiori ai 15 anni, che complessivamente assorbono il 66,2% del totale.
L’ANAGRAFICA
Osservando invece la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, a gennaio 2016 si osserva ancora una volta una maggior concentrazione nella classe di età compresa tra i 35 e i 44 anni (con una quota pari al 36,4% del totale), sostanzialmente in linea con lo stesso periodo del 2015. Come prevedibile, complessivamente quasi due terzi delle richieste sono state presentate da under 44.
L’ANALISI
“Anche in questo primo mese dell’anno la domanda di mutui ha viaggiato a ritmi sostenuti, favorita da un’offerta dinamica degli istituti di credito, dai bassi spread applicati e dalle favorevoli condizioni di acquisto degli immobili – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif -. È però evidente come i recenti anni di crisi abbiano determinato una maggiore prudenza o, se vogliamo dire diversamente, consapevolezza sia da parte delle famiglie sia degli istituti di credito. D’altro canto, in questa fase risulta particolarmente sentita la necessità da parte degli istituti, in relazione al peso dei crediti deteriorati in portafoglio, di attuare attente valutazioni delle richieste di mutuo, sia per quanto riguarda la sostenibilità finanziaria dell’operazione da parte delle famiglie sia in merito al reale valore di mercato dell’immobile”.