Bene, ma non più benissimo. Il che, ripensando al (non più tanto) recente passato, fa venire i brividi alle economie europee e ai relativi settori immobiliari. La situazione, però, è diversa. Intanto perché nel comparto del mattone statunitense si sta, comunque, assistendo ancora ad una fase ascendente; e poi, perché il rischio della bolla e dei mutui subprime dovrebbe essere ormai archiviato.
Ad ogni buon conto, nel Paese a stelle e strisce, così come si era chiuso il 2015, allo stesso modo si è aperto il 2016: con un nuovo (ormai l’ennesimo) segno più. Secondo un’indagine condotta da Re/Max, network immobiliare internazionale in franchising, le vendite di immobili nel mese di gennaio, negli Stati Uniti, sono state del 6,3% maggiori rispetto a quelle dello stesso periodo lo scorso anno, eguagliando l’aumento su base annua registrato, appunto, in dicembre. Allo stesso tempo, le tendenze stagionali previste hanno registrato il 31,7% di vendite in meno a gennaio rispetto a dicembre. Dal mese di gennaio 2009, il calo medio delle vendite di dicembre era del 27,6%. Negli ultimi 12 mesi la media dell’incremento nelle vendite su base annua è stata del 5,6% e solo due mesi, novembre e ottobre, hanno registrato un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Altro dato importante: il prezzo mediano di tutte le case vendute a gennaio è stato di 200.714 dollari, pari ad un incremento del 6,7% rispetto a gennaio 2015. L’offerta di case in vendita rimane molto ristretta in molte metropoli in tutto il paese, mostrando una diminuzione del 14,7% rispetto allo scorso anno. Nel mese di gennaio, la media nazionale di mesi sul mercato è stata di 4,6, inferiore al 5,2 dello scorso anno.
“Come solitamente accade, le vendite di immobili nel mese di gennaio registrano un brusco rallentamento – spiega Dave Liniger, amministratore delegato, presidente del consiglio e co-fondatore di Re/Max -. Nonostante questo, abbiamo iniziato l’anno con un numero di compravendite superiore rispetto al mese di gennaio del 2015. I tassi di interesse sui mutui rimangono più o meno gli stessi di un anno fa e sono sempre molto vicini ai minimi storici. Prezzi più ragionevoli degli immobili stanno fornendo agli attuali proprietari maggiore equità, anche se questo non incide particolarmente sull’accessibilità degli acquirenti”.
Proprio l’aspetto inerente le quotazioni è oggetto dell’analisi di Bob Walters, Chief economist quicken loans: “Le valutazioni degli immobili continuano a salire man mano che l’economia si rafforza e gli acquirenti trovano immobili da acquistare spesso più convenienti rispetto ad una soluzione in affitto. Il numero dei potenziali acquirenti ha superato i venditori in alcuni mercati. D’altra parte, alcune aree sono più bilanciate, producendo una crescita più lenta o perfino un leggero declino in alcuni mesi. È importante ricordare che una crescita lenta non è necessariamente una causa di problemi, ma piuttosto un segno di un mercato in salute e sostenibile”.
COMPRAVENDITE
Come premesso, nelle 52 aree metropolitane coinvolte nell’indagine Re/Max a gennaio, il numero medio di immobili venduti è stato del 6,3% maggiore rispetto allo scorso anno, ma del 31,7% inferiore rispetto al mese precedente. Ora, le vendite di gennaio sono solitamente inferiori rispetto a quelle di dicembre. Tuttavia un segnale da non trascurare è quello secondo cui da gennaio 2009 la media di diminuzione è stata del 27,6%, mentre quest’anno ha avuto un impatto negativo più deciso.
A livello territoriale, le vendite di gennaio sono sembrate particolarmente forti nel nord est, in città come Boston, Philadelphia, Trenton, Manchester e Burlington. A gennaio 2016, 38 delle 52 aree metropolitane intervistate hanno registrato vendite maggiori su base annua (e cioè rispetto al mese di gennaio 2015). Di queste, 13 hanno fatto registrare addirittura aumenti a doppia cifra: Trenton, (+31,3%), Burlington (+30,9%), Manchester (+27,0%), Boston (+22,1%), Philadelphia (+16,8%), e Minneapolis (+16,2%).
LE QUOTAZIONI
Il prezzo mediano di vendita di tutte le case vendute nel mese di gennaio è stato di poco superiore ai 200mila dollari, e quindi inferiore del 2,3% rispetto a dicembre 2015. Su base annua, però, questo nuovo incremento ha fatto sì che il prezzo mediano di vendita sia ora salito per 48 mesi consecutivi. Tuttavia – e questo è un altro aspetto da non sottovalutare – l’incremento di gennaio (pari appunto al 6,7%) è inferiore alla media del 7,6% per ciascun mese nel 2015.
In ogni caso, una scarsa offerta di immobili continua a fare pressione sulle quotazioni, nonostante il loro incremento si stia – come detto – moderando negli ultimi mesi. Tra le 52 aree metropolitane sondate a gennaio, 49 hanno registrato prezzi maggiori rispetto allo scorso anno, con 15 percentuali a doppia cifra, che includono Tampa (+19,4%), Nashville (+16,1%), Trenton (+15,2%), Orlando (+14,6%), Des Moines (+13,9%) e Denver (+12,9%).
LE TEMPISTICHE
La media dei giorni sul mercato per tutte le case vendute nel mese di gennaio è stata di 71 giorni, 4 giorni in più rispetto alla media di dicembre, ma 9 in meno rispetto a gennaio 2015. Gennaio diventa il 34esimo mese consecutivo con una media di 80 o meno giorni sul mercato. Nei due mercati con la più bassa offerta di immobili, Denver and San Francisco, i giorni sul mercato sono stati rispettivamente 40 e 36. Solo quattro aree metropolitane hanno registrato una media di giorni sul mercato di 100 o più; Burlington (103 giorni), Des Moines (105 giorni), Chicago (107 giorni) e Augusta (con una media di ben 165 giorni).
OFFERTA MENSILE
Il numero degli immobili in vendita a gennaio è stato del 5,0% inferiore rispetto a dicembre e del 14,7% inferiore rispetto a gennaio 2015. La media della perdita dell’offerta su base annua per ciascun mese nel 2015 è stata di 12,2%. Basata sul tasso di immobili in vendita a gennaio, l’offerta di case in vendita di 4,6 è stata leggermente inferiore rispetto al 4,9 di dicembre e inferiore rispetto alla media di 5,2 del gennaio dello scorso anno. Un’offerta di immobili a 6,0 rappresenta un mercato in equilibrio tra acquirenti e venditori. Augusta ha continuato con la più alta offerta a gennaio (di 12,7) e non a caso è la città con i più lunghi tempi di vendita. Cinque metropoli hanno registrato un’offerta di due mesi o meno, incluse Denver (1,2), San Francisco (1,4), Seattle (1,5), Portland (1,7) and Dallas – Ft. Worth (2,0).