Una legge speciale per la Capitale; un nuovo Piano regolatore generale; il risanamento delle periferie non soltanto per l’aspetto edilizio e delle opere di urbanizzazione; interventi per il decoro urbano; lotta al racket delle occupazioni abusive; interventi a favore dell’occupazione. Sono alcune delle indicazioni espresse dal presidente nazionale di Federprorpietà-Arpe, Massimo Anderson, in una lettera aperta ai candidati sindaco di Roma, nel quadro di una nuova organizzazione amministrativa dell’intera area metropolitana.
Ecco le richieste formulate nel documento.
1. L’Associazione di proprietari di case, maggiormente rappresentativa nella città (200.000 soci tra proprietari di singole abitazioni e condomini), ritiene opportuno intervenire, a pieno titolo, nelle questioni che interessano la categoria rappresentata e in qualità di cittadini che soffrono un contesto urbanistico ed ambientale ormai al limite del disagio sociale e del degrado della qualità della vita.
2. La nuova classe dirigente capitolina deve trovare la forza ed i mezzi per ripristinare la perduta trasparenza dell’azione amministrativa. Primo obiettivo avere una legge speciale, supportata da adeguate risorse per la soluzione dei problemi più urgenti. La richiesta muove dalla necessità che la Città torni a ripensare le più recenti e dannose scelte urbanistiche per avviare la marcia verso un nuovo lungimirante piano regolatore generale, dal momento che dopo quello del 1962-65, i provvedimenti approvati non hanno garantito uno sviluppo ordinato e coordinato della città. Buona parte dei provvedimenti sono costituiti dal poco meditato assemblamento di iniziative spesso svincolate dall’interesse pubblico, senza alcuna soluzione alternativa né altre previsioni capaci di qualificare un progetto di sistemazione e sviluppo urbani.
3. Il momento attuale offre l’occasione per un’idea forte per un nuovo piano regolatore generale. Rinunciarvi costituirebbe la perdita di un’occasione irripetibile per far recuperare a Roma condizioni di vita e di sviluppo degne del suo passato grazie alla costituzione della “città metropolitana”.
4. È importante stabilire al più presto una nuova organizzazione amministrativa dell’intera area metropolitana romana, capace di affrontare, in una visione unitaria, tutti i problemi urbanistici, dalla pianificazione alla realizzazione, con una chiara distinzione della funzione e distribuzione dei compiti, senza trascurare i grandi temi della trasparenza dell’azione amministrativa e quelli legati al sempre crescente numero di poveri ed indigenti.
5. Nel nuovo piano dovrà tenersi presente la necessità che le periferie (nel senso più largo del termine) siano non soltanto risanate per l’aspetto edilizio e delle opere di urbanizzazione di più immediata fruizione, ma “ricucite” nel contesto urbano complessivo, attraverso interventi risolutivi sulle correnti di traffico tra centro, periferie e non solo. Il che comporta una risposta concreta sul tema del trasporto pubblico oggi inserito in un contesto deficitario (manca ancora la chiusura dell’anello ferroviario) insieme ad una revisione dell’intera viabilità non solo cittadina.
6. Interventi risolutivi (compresi demolizione e ricostruzione) sulle periferie (borgate ma non solo) comporta la necessità dello sgombero temporaneo delle famiglie residenti dai singoli edifici e quindi è necessario provvedere alla loro sistemazione in adeguati alloggi-parcheggio da ricavare in gran parte dal patrimonio pubblico dismesso anche non residenziale, ma facilmente adattabile (uffici, caserme, ecc.).
7. Il discorso può estendersi al tema generale del decoro urbano in senso lato, ma anche alla necessità di provvedere al risanamento funzionale e gestionale del patrimonio residenziale pubblico, con l’eliminazione dell’ormai conclamata esistenza di un insopportabile racket delle occupazioni abusive. A tale proposito possono giocare un ruolo importante mirati programmi di dismissione, mediante alienazione, degli alloggi.
8. Un positivo approccio al problema del decoro urbano non può esaurirsi nella pur necessaria eliminazione delle buche e del diffuso degrado (dovuto anche all’invasiva opera dei graffitari) di numerose facciate di edifici pubblici e privati. L’esigenza prioritaria è quella della messa in sicurezza di tutti gli edifici anche in funzione della salvaguardia dei rischi per calamità naturali, sismi compresi. Il tema, da tempo oggetto di approfondimento, riguarda gli aspetti statici ed impiantistici e deve giovarsi di iniziative simili a quelle già su larga scala adottate per il risparmio energetico e quindi con idonee linee guida in grado di assicurarne la continuità con il concorso di iniziative da assumere in accordo con il Governo e con la Regione, senza trascurare gli apporti che possono fornire i singoli privati e le associazioni di categoria che li rappresenta.
9. L’azione pubblica non dovrà attendere i nuovi assetti urbanistici, ma esplicarsi efficacemente per far fronte ai problemi più urgenti che soffocano città e cittadini, potendo contare su un’estensione efficace ed ampia del principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118 della Costituzione. L’adozione di strumenti programmatici e d’indirizzo (piani, programmi, linee-guida, provvedimenti generali per il traffico e per il commercio ecc.), specie se effettivamente volta a scelte di fondo nell’interesse dei cittadini e della città, potrà consentire lo svolgersi autonomo e al tempo stesso coordinato delle attività attinenti alla competenza dei Municipi, che al momento appaiono ingessate in attesa di finanziamenti e in una sorta di perenne aspettativa di interventi dall’alto. Occorre fare chiarezza sulle competenze e sulle procedure che ora non appaiono ben definite.
10. Non va trascurata la ricerca di interventi in grado di verificare l’attualità di tradizionali interessi dell’organizzazione urbana in generale, come può essere l’insieme delle iniziative culturali e artistiche, ai fini di studiare sia la distribuzione dei relativi insediamenti nel territorio, sia l’efficienza dell’organizzazione turistica, in senso complessivo e dell’accoglienza in particolare. È importante, al riguardo, considerare tutte le scadenze di quegli avvenimenti in occasione dei quali le città approfittano sempre più per rinnovarsi. Questo tema postula per Roma una particolare cura nella scelta dei programmi di interventi, in considerazione della sacralità della città.
11. Vanno studiate, fin dalle prime decisioni della nuova amministrazione, le opportune misure per far fronte al diffuso stato di disagio sociale presente in varie zone della Capitale, in gran parte dovuto alla difficile situazione di quei cittadini che non riescono ad accedere all’abitazione per vari motivi, compresi quelli di carattere economico che non consentono loro di avere alloggi a canone sostenibile, in funzione delle varie condizioni reddituali. Per restare nel settore edilizio, occorre intensificare la lotta all’abusivismo che turba l’ordinato assetto della Città, minando la stessa credibilità dell’Amministrazione.
12. Tra i primi provvedimenti sul piano del lavoro vanno individuati interventi in grado di affrontare la grave piaga della crescente disoccupazione giovanile e femminile, ormai al limite dell’emergenza, potenziando quei settori dell’innovazione e della ricerca scientifica che hanno nel passato costituito un fiore all’occhiello di Roma. Spetta alla nuova Amministrazione individuare nuove forme di collaborazione con le Università e gli istituti di ricerca, coinvolgendo anche il mondo del lavoro.
La Federproprietà-Arpe confida che chi ricoprirà la carica di Sindaco sappia condurre in porto l’impresa di ridare alla Capitale un ruolo nazionale e internazionale (anche per la presenza dello Stato del Vaticano e della Fao), evitando che sia segnalata nelle classifiche negative della più tassata d’Italia, a causa dell’aliquota massima per le addizionali Irpef e per gli alti costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani (Ama).