Nuovo monito da parte della Commissione europea sul taglio delle tasse sulla prima casa, inserito nella legge di Stabilità 2016. La critica si legge tra le righe (è proprio il caso di dire) all’interno della Relazione annuale della Banca d’Italia, pubblicata alla fine del mese di maggio. Il corposo documento contiene un’ampia analisi dei principali sviluppi dell’economia italiana e internazionale, riferita al 2015 e ai primi mesi dell’anno in corso e, in particolare, nella parte dedicata agli squilibri macroeconomici nell’Unione europea, torna a parlare (male) dell’Italia. Ma procediamo con ordine. Nell’ambito del sistema di sorveglianza multilaterale dell’Unione europea, la Procedura per gli squilibri macroeconomici (Macroeconomic Imbalance Procedure) identifica le vulnerabilità presenti nei paesi membri e propone misure specifiche per la loro correzione. La procedura prevede la pubblicazione, ogni anno, di un rapporto che analizza gli andamenti economici di tutti i paesi dell’Unione, sulla base di alcuni indicatori, identifica i paesi che presentano rischi meritevoli di un’analisi più approfondita (In-Depth Review), avviando così la fase preventiva.
Da quest’anno i giudizi si articolano su tre livelli: assenza di squilibri, presenza di squilibri e presenza di squilibri eccessivi. In febbraio la Commissione ha diffuso le IDR dei 19 paesi che erano stati precedentemente ritenuti più esposti a vulnerabilità macroeconomiche: l’Italia, insieme a Bulgaria, Cipro, Croazia, Francia e Portogallo, continua a registrare squilibri eccessivi.
Secondo la Commissione le principali fonti di rischio per l’economia italiana si confermano essere l’elevato debito pubblico e la bassa competitività, entrambi condizionati dalla deludente dinamica della produttività. Costituiscono inoltre fattori di rischio l’accumulo di uno stock considerevole di crediti deteriorati detenuti dalle banche e l’andamento del mercato del lavoro caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione di lunga durata. La Commissione ha valutato positivamente la riforma del mercato del lavoro e gli interventi relativi al governo societario nel settore bancario, ma ha sottolineato come l’abolizione dell’imposta sulla prima casa, introdotta con la legge di stabilità 2016, non sia in linea con la raccomandazione del Consiglio europeo di spostare la tassazione dai fattori della produzione ai consumi e alla proprietà immobiliare. Infine, la Commissione ha evidenziato le mancate riforme del catasto e delle agevolazioni fiscali.