L’annosa questione delle tariffe professionali ha infiammato il dibattito nell’ambito del 61° Congresso degli Ingegneri, svoltosi nei giorni scorsi a Palermo. La diatriba si è scatenata nel corso del modulo “Conoscenza, competitività, competenze nel mercato del futuro”, moderato dal giornalista La7 Andrea Pancani, al quale hanno partecipato Angelo Ciribini (Consigliere Building Smart Italia), Francesco Paolo Lamantia (Scuola politecnica Università di Palermo), Giovanni Pitruzzella (Presidente Autorità garante della concorrenza e del mercato) e Giuseppe Santoro (Presidente Inarcassa).
Sollecitato sul tema delle tariffe, Pitruzzella ha tenuto a sottolineare che sulla loro abolizione non si torna indietro. L’affermazione ha scaldato la platea dalla quale sono arrivate molte voci di dissenso e anche diverse domande allo stesso Pitruzzella, a dimostrazione del fatto che per gli ingegneri italiani – al pari di altri professionisti tecnici – l’abolizione delle tariffe rappresenta un nervo ancora scoperto.
In un intervento fuori programma il Presidente del CNI Armando Zambrano ha detto: “Nessun professionista europeo attualmente ha gli obblighi ai quali sono sottoposti i professionisti italiani. Noi la riforma l’abbiamo fatta fino in fondo. Ora, non chiediamo il ripristino delle tariffe obbligatorie. Tuttavia, occorre fare una riflessione seria sulle prestazioni professionali e il corretto valore che ad esse va dato. Tutto questo a garanzia della qualità della prestazione e, quindi, delle esigenze dei committenti”.
Ma, anche al di là del tema delle tariffe, Pitruzzella ha proposto una riflessione più generale sul rapporto col CNI. “Serve un confronto tra noi – ha detto -. Il mondo è cambiato radicalmente. Ci sono problemi da risolvere ma anche molte opportunità. Credo che le professioni in questo avranno un ruolo fondamentale se sapranno cambiare i loro modelli organizzativi”.