L’agente immobiliare? Deve restare un soggetto terzo. È il principio di maggiore interesse emerso dalla riunione della Consulta interassociativa nazionale dell’intermediazione, organismo coordinato dal presidente nazionale Fiaip Paolo Righi, che ha visto la presenza del presidente di Fimaa, Santino Taverna (nella foto), e del vice presidente di Anama, Renato Maffey. Nel corso dei lavori sono stati evidenziati gli obiettivi che la Consulta intende raggiungere. Si è parlato dei recenti provvedimenti sul DDL Concorrenza e del rapporto tra banche ed immobiliare e si è discusso dell’opportunità di definire lavori preparatori per la modifica della Legge professionale 39/89.
In quest’ottica è stata appunto confermata – da parte delle tre associazioni di categoria – la terzietà dell’agente immobiliare, che come professionista, deve poter sempre svolgere un ruolo inter partes tra chi vende e chi compra nella trattativa immobiliare. In merito all’attività di mediazione immobiliare intrapresa da alcuni istituti di credito le tre associazioni Anama, Fiaip e Fimaa hanno, inoltre, previsto azioni congiunte a tutela dei consumatori e della categoria.
La Consulta Interassociativa ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per semplificare gli adempimenti previsti per l’antiriciclaggio per gli agenti immobiliari e chi svolge l’attività di mediazione d’affari. I lavori hanno visto le tre associazioni impegnate a tracciare i prossimi obiettivi della Consulta interassociativa nazionale dell’intermediazione: in futuro la Consulta svilupperà sempre più strette relazioni sindacali tra le tre realtà, al fine di implementare al massimo la tutela delle professionalità dell’agente immobiliare e di chi svolge l‘attività di mediazione d’affari.
“Visti i repentini cambiamenti del mercato – hanno dichiarato Renato Maffey, Paolo Righi e Santino Taverna all’unisono – riteniamo importante che tre associazioni di categoria del comparto immobiliare abbiano deciso insieme un percorso comune per la riforma della legge professionale e vogliano elaborare un codice di condotta condiviso per semplificare le normative della privacy, oltre a semplificare gli adempimenti dell’antiriciclaggio a carico degli agenti”.