Appc: “non è espropriando le case che si risolve l’emergenza abitativa”
Non accenna a placarsi la polemica abitativa dell’estate. Quella, cioè, relativa alla mozione “approvata dal Consiglio comunale di Livorno, a guida Cinque Stelle, che, in sostanza, proporrebbe di intende requisire le case che i privati lasciano vuote o inutilizzate, per fronteggiare l’emergenza alloggi.
Sulla questione interviene anche il segretario nazionale di Appc, Flavio Maccione: “La mozione è del tutto illegittima, sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista sociale, e l’associazione dei Piccoli Proprietari Case (Appc) è pronta a salire sulle barricate, in quanto in uno stato democratico si ha il diritto-dovere di tutelare la proprietà privata, e con essa il risparmio, come sancito dall’articolo 47 della Carta costituzionale, non il diritto di vessarla”.
L’Appc annuncia dunque una difesa ad oltranza, se necessario, anche davanti al TAR. Secondo Maccione, “Bene avrebbe fatto l’Amministrazione comunale a mettere in atto una politica conservativa e riorganizzativa del patrimonio immobiliare pubblico. È da considerare che troppe sono state le Amministrazioni locali che si sono fatte parte attiva per la dismissione di case popolari, in nome di risanamenti di bilancio. L’Appc, da sempre, si è collocata contro il depauperamento e la svendita del patrimonio pubblico, denunciando iniziative che andavano a minare quello stato sociale nel quale avevano creduto le precedenti generazioni. Oggi, alloggi pubblici, conservati ed adeguati, avrebbero potuto, non risolvere, ma almeno fronteggiare molte emergenze abitative. Invece, decisioni, come quella di cui stiamo argomentando debbono essere fermate da subito, in quanto in una libera economia iniziative inopportune ed a carattere incostituzionale contribuiscono a sfiduciare un mercato immobiliare già al collasso, che, così facendo, difficilmente, potrà, nell’immediato, contribuire allo sviluppo ed alla crescita del nostro Paese, riprendendosi il ruolo di volano dell’economia. Requisire un alloggio è scelta che ha il sapore del furto ai danni del piccolo proprietario, che verrebbe privato del più elementare principio di libertà economica, considerato anche che il bene casa è coacervo di sacrificio e risparmio.