Bari, Alac e Appc contro le certificazioni condominiali anti-blatte
I costi delle certificazioni anti-blatte: singolare l’oggetto della lettera indirizzata al Sindaco del Comune di Bari, Antonio Decaro, e all’Assessore all’Ambiente, Pietro Petruzzelli, da Giuseppe Simone di Alac Bari. Ecco il teso del documento:
“Ci sono pervenute rimostranze da parte di proprietari e amministratori di condominio aderenti rispettivamente all’Appc (Associazione piccoli proprietari case) e all’Alac (Associazione liberi amministratori di condominio), in merito all’obbligo di invio delle certificazioni antiblatte, siccome ciò costituisce un ulteriore onere economico non sopportabile dai condomini in questo particolare momento di crisi. Comunque, entrambe le Associazioni saranno parte attiva nel sensibilizzare i propri aderenti alla massima diffusione della cultura della tutela dell’ambiente, pur non condividendo la parte burocratica dell’ordinanza.
Sicuramente plaudiamo all’iniziativa del Sindaco De Caro per l’ordinanza antiblatte sulla rete fognaria cittadina; pur tuttavia – analizzando senza polemica o strumentalizzazioni di sorta il provvedimento – non può mancare un senso di contrarietà per l’aggravio burocratico imposto agli amministratori di condominio e ai proprietari di casa dall’ordinanza sindacale del 16 luglio scorso, in vero un po’ tardiva in quanto sarebbe stato preferibile emetterla, secondo gli esperti, nei primi mesi dell’anno e non adesso, quando ormai le uova delle blatte sono già dischiuse.
Che la campagna di prevenzione antiblatte sia utile per contrastare il fenomeno delle blatte – per la verità quest’anno non critico rispetto agli anni scorsi – è incontestabile; non è invece condivisibile onerare gli amministratori e i proprietari di adempimenti certificati a rischio di una sanzione di 500 euro in caso di inadempimento.
Un conto è punire, giustamente, quei cittadini che gettano i rifiuti per strada o conferiscono i sacchetti della spazzatura fuori orario nei cassonetti, altra cosa è l’imposizione – anche a coloro che provvedono a tenere puliti condotte e scarichi fognari, cortili e aree a verde di condomini e supercondomini – di adempimenti costosi che vanno ad aggiungersi alle già insostenibili spese condominiali.
L’amministrazione comunale, a nostro parere, non potrebbe delegare la responsabilità della questione ambientale ai privati, a parte chiedere loro una collaborazione volta a diffondere la cultura della tutela dell’ambiente (che auspicabilmente dovrebbe essere coltivata sia dai primi anni nelle scuole di ogni ordine e grado). D’altra parte, non dappertutto le ordinanze antiblatte prevedono sanzioni né l’invio di certificazioni. In altre città i sindaci (Bari esclusa) sono intervenuti ad arginare fenomeni altrettanto importanti, a mezzo di ordinanze contro le deiezioni dei cani, obbligando i proprietari dei cani a detergere con le bottigliette d’acqua i muri e le serrande dei negozi sporcati dai cani, e, inoltre, obbligando i cittadini che installano fioriere ai balconi ad esporle verso l’interno delle ringhiere dei balconi anziché verso l’esterno per evitare anche di sporcare i marciapiedi a seguito della caduta delle foglie.
È appena il caso di aggiungere che nella nostra città le caditoie stradali e le vie dovrebbero essere pulite e disinfestate con maggiore frequenza, sperando altresì che un giorno non lontano verrà risanata la fogna cittadina, ormai vetusta e fatiscente (vedi condotte di via Napoli a due passi da corso Vittorio Emanuele) che spesso manda esalazioni nauseabonde. La crisi economica morde da ormai otto anni a questa parte; un ulteriore balzello come quello descritto nell’ordinanza unitamente ai rincari delle tariffe (elettriche, acqua, gas, etc.) è ritenuto dai cittadini davvero insopportabile”.