Riqualificazione dell’ex Fiera di Roma: “Meglio servizi che nuove abitazioni”
“L’approdo in Aula Giulio Cesare della riqualificazione dell’ex Fiera di Roma segna uno snodo importante per capire quale sarà la linea della Giunta di Virginia Raggi in tema di urbanistica”. Lo dichiara Lo dichiara l’ingegner Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma, secondo il quale “Si tratta di una questione che si trascina ormai da troppo tempo, uno dei tanti simboli dell’incapacità da parte delle istituzioni capitoline di dare risposte a cittadini ed imprese. L’ultimo tentativo di sbloccare la situazione risale a non più di un anno fa, durante l’esperienza di Ignazio Marino, ma anche allora alle parole non seguirono i fatti. La storia, stavolta, potrà essere diversa solo se verranno affrontate con rigore, lucidità e competenza le due principali criticità: quantità e destinazione della superficie edificabile e procedure di aggiudicazione dell’area”.
A giudizio di Simoncini, “Più che le cubature complessive da realizzare è importante vedere quale percentuale delle stesse verranno riservate agli immobili residenziali: parliamo di una zona che presenta già una densità abitativa notevole e che quindi non ha certo necessità di continuare a crescere sotto quel profilo. Viceversa, si potrebbero operare scelte coraggiose e storicamente controcorrente per la città di Roma. Ad esempio prevedere una quota assai maggioritaria di strutture da destinare ai servizi, con particolare attenzione per quelli culturali e sociali: biblioteche, centri di aggregazione giovanile, spazi in cui organizzare eventi musicali e artistici, che fungerebbero anche da volano economico e innalzerebbero gli standard urbanistici oggi carenti di quartieri come Tor Marancia e Montagnola. L’area è grande circa due volte e mezzo lo stadio Olimpico, quindi di spazio per fare cose interessanti ce n’è in abbondanza. L’ideale sarebbe combinare il tutto con un rafforzamento dell’offerta di trasporto pubblico, meglio su ferro, anche per non pesare su una viabilità che già con il carico attuale è sovente sotto stress: a quel punto da area dismessa e decadente si trasformerebbe in un polo di grandissima attrazione. Un occhio particolare, ovviamente, va messo affinché tutte le procedure di aggiudicazione siano trasparenti, con bandi ad evidenza pubblica, tempistiche certe e azzerando le possibilità di ricorrere a varianti e subappalti”.