Il presidente di Condefilizia Giorgio Spaziani Testa, torna sulla questione del fascicolo del fabbricato, per precisare una volta di più come questo fosse stato già stato cassato, senza sé e senza ma, dallo stesso Governo Renzi. “Abbiamo voluto diffondere – ha dichiarato Testa – sia le motivazioni del Governo contro il fascicolo del fabbricato, sia i principi stabiliti da alcune fra le tante sentenze di illegittimità nel tempo emesse, per favorire il passaggio dalla demagogia delle facili ricette (lucrose per alcuni, dannose per la collettività) all’approccio realistico e serio ai problemi della prevenzione. Un approccio già dimostrato dal neoresponsabile del progetto Casa Italia, professor Azzone, il quale ha individuato in un intervento sulle agevolazioni fiscali la prima misura da varare”.
Dall’analisi della delibera del Consiglio dei Ministri con cui l’Esecutivo in carica impugnò, all’epoca, una legge regionale in materia, poi ritirata, emerge come la legge che – secondo il Governo – imponeva ai privati “oneri superflui e comunque sproporzionati ed eccessivamente gravosi, ponendosi dunque in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, sotto il profilo del principio di ragionevolezza, e con l’articolo 42, comma 2, della Costituzione, in quanto comporta limiti alla proprietà privata che non appaiono necessari ad assicurarne la funzione sociale”. La delibera prosegue rilevando che “la complessità e la vastità delle attestazioni richieste rispondono a finalità di vigilanza e controllo che non solo appartengono alla tipica responsabilità pubblica, ma sono pure connesse ad interessi della collettività non immediatamente riferibili alla responsabilità dei proprietari”. E il Consiglio dei Ministri così concludeva: “Le disposizioni censurate si pongono dunque in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione, imponendo la duplicazione di accertamenti e la conservazione di informazioni e documenti già ricadenti nei compiti affidati alla Pubblica Amministrazione”.