L’Iva? Va applicata anche sulla spese di spedizione delle bollette. E poco importa che il gestore telefonico, invece, ne sia esente. Questo il succo dell’ordinanza 17655/2016 della Cassazione, che ha scatenato la reazione del Codacons: “Una sentenza incomprensibile che dimostra, ancora una volta, come gli utenti in Italia non godano di adeguate tutele, a differenza di altre realtà come il nord Europa e gli Usa”.
Per chiarire: la Cassazione non afferma che sia giusto far pagare agli utenti le spese postali e la relativa Iva, ma solo che l’esenzione di cui gode (nella fattispecie) Telecom non può essere traslata in automatico sui consumatori che pagano le bollette. Questo però significa che l’azienda telefonica, al pari delle altre che erogano servizi ed emettono fatture, incamera il corrispettivo delle spese di spedizione e dell’Iva. “Ma che fine fanno questi soldi? – si chiede il Codacons -. È evidente che non possono rimanere nelle disponibilità del gestore telefonico, e devono essere girati, per quanto di competenza, a Poste Italiane e allo Stato. In caso contrario si profilerebbe una appropriazione indebita e una truffa a danno delle casse erariali”.