Professionisti tecnici: “Il fascicolo del fabbricato è un obiettivo centrale del nostro Piano di prevenzione del rischio sismico” La Rete delle Professioni Tecniche non soltanto non lascia, ma raddoppia. E, oltre al fascicolo del fabbricato, chiede anche l’istituzione di una certificazione sismica obbligatoria per ogni edificio. È la sostanza del Piano di prevenzione del rischio sismico illustrato dai professionisti al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Governo. Un documento che – come si legge in una nota pubblicata dal Consiglio nazionale degli ingegneri – mira alla definizione di azioni concrete e costi certi per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio.
I DOCUMENTI
Al fine di agire celermente e in modo efficace, la Rete ha proposto un primo schema di intervento che si articola attraverso alcuni step da realizzarsi in tempi successivi. Tuttavia, anche al fine di chiarire la propria posizione in merito al tema, i professionisti tecnici tengono a sottolineare come l’obiettivo di medio termine sia quello di arrivare alla piena adozione di uno strumento che considerano di fondamentale importanza: il fascicolo del fabbricato. Quest’ultimo “andrà elaborato entro un tempo ragionevole dall’emanazione di uno specifico decreto legislativo attuativo e dovrà essere approfondito e al tempo stesso molto chiaro. Inoltre, integrando la documentazione già esistente sull’immobile, dovrà individuare le eventuali necessità di risanamento al fine di mitigare il rischio sismico. Il fascicolo del fabbricato non dovrà essere, come qualcuno lamenta, un semplice contenitore di documentazione relativa all’immobile. Inizialmente sarà uno strumento di conoscenza dell’esistente ma in seguito dovrà trasformarsi in uno strumento dinamico attraverso il quale, a partire dalle informazioni contenute, le figure tecniche abilitate siano in grado di individuare le possibili soluzioni ad eventuali situazioni di rischio”. La Rete, infine, ritiene che “contemporaneamente alla predisposizione del fascicolo del fabbricato sia utile prevedere una certificazione sismica obbligatoria per ciascun immobile”.
L’AGIBILITÀ
Intanto, proseguono i sopralluoghi della Protezione Civile nelle aree terremotate. Già 1.929 quelli effettuati per verificare l’agibilità degli edifici pubblici e privati nelle aree colpite dal sisma del 24 agosto. In particolare, sono 1.253 i sopralluoghi sugli edifici privati: 688 edifici sono stati dichiarati agibili (circa il 55%) mentre 59, pur non essendo danneggiati, risultano inagibili per rischio esterno; 338, invece, gli esiti di inagibilità (circa il 27%) mentre 168 sono gli immobili temporaneamente o parzialmente inagibili.
Già a pochi giorni dal terremoto erano invece iniziati i sopralluoghi per verificare l’agibilità delle scuole. Le verifiche hanno riguardato finora 676 edifici pubblici, di cui 577 edifici scolastici: tra questi ultimi 407, pari al 70% del totale, sono stati ritenuti agibili, mentre altri tre, pur se non danneggiati, risultano al momento inagibili a causa di rischio esterno. Sono 111 gli edifici temporaneamente inagibili – in tutto o solo in parte – che grazie a provvedimenti di pronto intervento tornerebbero agibili; a questi se ne aggiungono 20 parzialmente inagibili e tre da rivedere per un’ulteriore valutazione. Sono 33 invece gli edifici scolastici inagibili, meno del 6%, e concentrati nei comuni più colpiti. Tra gli altri edifici pubblici oggetto di verifica, 70 quelli agibili, 18 quelli che risulterebbero agibili con provvedimenti e tre quelli parzialmente inagibili. Una struttura necessita di essere rivista, mentre sono sette su 99 totali quelle inagibili.