Il piano Casa Italia non ha nemmeno ancora preso forma che già si trova catapultato nell’occhio di un piccolo ciclone. A sollevare il vento della polemica, il Coordinamento unitario dei proprietari immobiliari, le cui associazioni componenti (Federproprietà, Confappi ed Uppi) hanno scritto al premier Renzi a firma dei rispettivi presidenti: Massimo Anderson, Silvio Rezzonico e Gabriele Bruyère. Di seguito il testo della lettera.
Signor Presidente,
ci riferiamo all’annuncio del piano “Casa Italia” – di cui per la verità ancora non sono chiari gli obiettivi concreti per i quali la proposta si svilupperà – per sottolineare come sia necessario in proposito avviare una procedura di partecipazione che coinvolga tutte le parti del processo edilizio, mentre dobbiamo registrare che in questa prima fase d’impostazione il Governo non sembra intenzionato ad ascoltare le associazioni più rappresentative dei proprietari immobiliari, limitandosi a convocare la Confedilizia, come se avesse l’intera rappresentanza della categoria, con una scelta che contraddice quanto finora fatto da tutti i Governi (e, si aggiunge, anche dal Parlamento nelle varie legislature) che si sono sempre giovati di ben più complete forme di partecipazione con apporti e contributi delle varie associazioni, e segnatamente quelle del Coordinamento unitario dei proprietari immobiliari (Federproprietà – Confappi – Uppi), che rappresentano gli interessi reali della stragrande maggioranza dei proprietari di case.
Confidiamo nella particolare attenzione che Ella vorrà prestare alla presente,riservandoci di farLe pervenire le nostre proposte, perché siamo convinti che il piano – ferma restando l’obiettiva considerazione dell’assetto complessivo del territorio compresi gli aspetti ambientali e culturali – verrà in ultima analisi a riverberarsi sui singoli organismi edilizi e sui proprietari degli stessi.