“Il tentativo di introdurre il fascicolo del fabbricato, rilanciato da alcune categorie dopo il recente sisma, è lo specchio di un Paese che non riesce più a guardare alla realtà, ma pensa di risolvere i problemi introducendo nuovi adempimenti, che si tradurranno come sempre in nuove tasse per i cittadini”. Lo hanno dichiarato Paolo Righi e Giovanni De Pasquale (nella foto), vice presidenti di Confassociazioni con delega, rispettivamente, alle attività immobiliari e a territorio e ambiente, secondo i quali, inoltre: “Le indagini diagnostiche per valutare la messa in sicurezza degli edifici privati hanno costi molto elevati e non hanno nulla a che vedere con il fascicolo o libretto che si vuole imporre”.
In particolare, a giudizio di Righi, “è sconfortante sapere che la proposta di questo nuovo adempimento sia appoggiata anche da una parte del mondo politico, che non si rende conto che è invece necessario favorire la ristrutturazione del vetusto patrimonio edilizio italiano introducendo la piena defiscalizzazione delle opere di ristrutturazione e adeguamento sismico”. Rincara la dose DePasquale (che è anche presidente Anaip: “Averlo inserito nell’articolato dello Statuto sul Lavoro Autonomo con una delega sussidiaria da parte del Governo ai professionisti iscritti agli ordini professionali dell’area tecnica rappresenta una futura tassa occulta sull’abitazione privata, con gravi ricadute di carattere economico specialmente sull’utenza condominiale. Il Testo Unico Dgls 81/2008 sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro prevede già, nei fatti, uno strumento da aggiornare costantemente quale il DVR; basterebbe precisare con una Circolare ministeriale una migliore applicazione dello stesso per valutare i diversi rischi, tra cui quello sismico, esistenti negli edifici sia pubblici che privati”.
“È poi singolare notare – ha concluso Righi – che quelle categorie che appoggiano l’introduzione del fascicolo del fabbricato sono le medesime che in tutti questi anni hanno progettato quegli stessi edifici, di cui oggi dichiarano di non conoscere le modalità costruttive. Sono certo, comunque, che su questo tema la buona politica saprà comprendere le ragioni della nostra contrarietà e agire di conseguenza”.