Nel 2015 la concentrazione media annua di CO2 nell’atmosfera terrestre ha superato i 400 ppm.
Il settore del riscaldamento e del raffrescamento rappresenta in Europa la metà dei consumi energetici dei 28 paesi dell’UE, per ora dominato ancora dalle fonti fossili (82%).
In Italia la metà dell’energia che consumiamo è destinata a produrre calore, il 40% di questa (23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) è utilizzata per riscaldare le abitazioni.
Il 60% del calore in Italia è prodotto con il metano, importato da 3 paesi: Russia, Algeria e Libia. In molte aree non metanizzate del paese il riscaldamento è ancora prodotto con gasolio, olio pesante e GPL.
Sono alcune delle premesse su cui si basa la seconda edizione di Italia Legno Energia: manifestazione promossa da Progetto Fuoco che andrà in scena alla Fiera di Arezzo dal 24 al 26 marzo e che mira a proporre soluzioni tecnologiche per il riscaldamento e la produzione di energia con le biomasse agro-forestali. Obiettivo: efficientare e ridurre i consumi energetici, non soltanto negli edifici residenziali e condominiali, ma anche, ad esempio, nelle strutture agrituristiche, che peraltro hanno a portata di mano una fonte rinnovabile molto importante come il legno.
Ma quali benefici, nello specifico, si possono trarre da questo materiale? I vantaggi sono notevoli, e un report prodotto dalla fiera li sintetizza così:
* a parità di calore utile prodotto, le fonti fossili sviluppano circa 10 volte più CO2-eq della rinnovabile legno;
* sulla base dell’analisi ambientale del ciclo di vita (LCA, materiali e processi), è stato dimostrato che l’impatto ambientale di una moderna caldaia domestica a biomasse è 5 volte inferiore rispetto ad una caldaia a combustibili fossili gassosi (GPL e metano);
* la sostituzione delle fonti fossili con il legno crea valore aggiunto e occupazione a livello locale, incrementa il potere di acquisto delle comunità locali, migliora la sicurezza nell’approvvigionamento energetico e riduce le emissioni climalteranti;
* le foreste europee crescono ogni anno di 322.000 ettari (un campo da calcio al minuto), tuttavia la valorizzazione del legno locale come materia prima e per l’uso energetico moderno è ancora molto limitata rispetto al potenziale;
* l’Italia in questo senso è, dopo Cipro, maglia nera dell’Unione europea. Le nostre foreste sono più che raddoppiate in 50 anni (11 Mha) e preleviamo una quota irrisoria dell’incremento annuo, ovvero della quota prelevabile senza intaccare il capitale legnoso;
* in Italia la crescita del bosco continua a ritmi impressionanti: +10% negli ultimi 10 anni, contro la media Ue del +2%. In Italia preleviamo meno di 1 mc di legno per ettaro di foresta, contro i 4 mc di Austria e Germania.