La casa, i suoi abitanti, le loro difficoltà: sono diversi i capitoli che il rapporto Eurispes che fotografa l’Italia del 2016, dedica a tale, delicata tematica. E tra i dati che forse colpiscono maggiormente ne spicca uno di carattere economico. Secondo l’indagine, infatti, ben il 48,3% delle famiglie non riesce ad arrivare alla fine del mese e il 44,9% per arrivarvi è costretto a utilizzare i propri risparmi. Solo una famiglia su quattro risparmia. E, su questo sfondo si staglia l’emergenza casa: le rate del mutuo sono un problema nel 28,5% dei casi, mentre per il 42,1% di chi è in affitto lo è pagare il canone. Ulteriore effetto? Molti giovani hanno dovuto mettere in atto strategie anti-crisi come tornare a casa dai genitori (13,8%) o farsi aiutare da loro economicamente (32,6%) nella cura dei figli, per non dover pagare nidi privati o baby sitter (23%).
Un Paese sempre più in affanno, dunque. E tra i comparti a farne le spese c’è quello immobiliare (in senso lato). E d’altra parte non c’è da stupirsi: circa una persona su quattro afferma di sentirsi “abbastanza” (21,2%) e “molto” (3%) povera. L’identikit di chi denuncia la propria povertà è il seguente: single (27,1%) o monogenitore (26,8%) che vive al Sud (33,6%) ed è cassaintegrato (60%) o in cerca di nuova occupazione (58,8%). Alla domanda “Conosce direttamente persone che definirebbe povere?” il 34,6% degli italiani risponde “alcune”, il 20,1% risponde “molte”, il 33,2% risponde “poche”, e solo il 12,1% “nessuna”. Secondo il rapporto Eurispes, si sprofonda nella povertà a causa della perdita del lavoro (76,7%), a seguito di una separazione o un divorzio (50,6%), a causa di una malattia propria o di un familiare (39,4%), della dipendenza dal gioco d’azzardo (38,7%) o della perdita di un componente della famiglia (38%).
Il 77,2% degli italiani conosce persone che non arrivano alla fine del mese; il 61,5% persone che devono chiedere costantemente aiuto a parenti e amici; il 49% che non possono permettersi un posto dove abitare; il 48,2% che non hanno i mezzi per far studiare i propri figli; il 41,9% che non possono permettersi di curarsi; il 41,3% che non possono mantenere i propri figli; il 39,3% che devono rivolgersi alla Caritas e il 25% che si sono rivolte ad un usuraio per ottenere a somme altrimenti non reperibili.
Non è difficile immaginare che, alla luce di queste premesse, il 28,7% delle famiglie ha avuto la necessità di chiedere un prestito bancario nel corso degli ultimi tre anni, ma nel 7,8% dei casi non lo ha ottenuto. A pagarne il prezzo? Ancora una volta l’immobiliare: il motivo più frequente di richiesta del prestito è infatti il mutuo per l’acquisto della casa (46,8%); a seguire la necessità di pagare debiti precedentemente accumulati (27,6%), il bisogno di saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie (17,9%), il dover affrontare spese per cerimonie (17,9%) e per cure mediche (10,9%). Infine il 2,2% ha chiesto un prestito per poter pagare le vacanze.