INGEGNERIA: BOOM DI LAUREATI. LA MAGISTRALE SURCLASSA LA TRIENNALE. IN AUMENTO LE DONNE
- Redazione
- 1 febbraio 2017
Nei mesi passati si è più volte denunciata la minore attrattività di percorsi universitari tradizionalmente molto appetiti, quali Ingegneria ed Architettura. Ebbene, perlomeno sul primo versante, l’analisi del centro studi del Cni sui dati del Miur sembrerebbero dimostrare il contrario. Sono infatti in costante aumento i laureati in Ingegneria.
LA SINTESI
Nel 2015 hanno conseguito un titolo valido per l’accesso all’albo degli ingegneri 55.251 giovani, il 5,2% in più rispetto al 2014, arrivando a costituire il 18,3% dell’intero universo dei laureati, la quota più elevata mai raggiunta prima. Come evidenziato nelle precedenti indagini, il DPR 328/2001 ha dato la possibilità di accedere all’albo degli ingegneri anche a laureati provenienti da corsi di laurea diversi da “Ingegneria” (Architettura, Scienze matematiche, fisiche e naturali). Tuttavia, anche limitando l’osservazione ai soli laureati delle classi più specificatamente ingegneristiche (che per comodità sono denominati laureati “tipici”), si registra una progressiva crescita di chi ha conseguito il titolo universitario: 47.071 (di cui 22.684 di primo livello e 24.387 di secondo): il 4,5% in più rispetto ai 45.028 del 2014 e la quota più consistente, poco al di sotto del gruppo più numeroso in assoluto, ovvero dei laureati in materie economiche.
LE DONNE
Nonostante gli uomini costituiscano ancora la componente maggioritaria dei laureati in ingegneria, le donne hanno guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di rilevo, rappresentando, nel 2015, il 30% del totale. Si tratta di un progresso importante, se si pensa che nei primi anni 2000 la quota si attestava intorno al 16%. L’Italia si pone, inoltre, ai primi posti in Europa in termini di quota di laureate in ingegneria, ad una considerevole distanza dalla Francia (dove le donne laureate in ingegneria nel 2014 erano il 25% del totale), dal Regno Unito (22%), dalla Germania (19%) ed anche dai Paesi scandinavi (19%).
Nel dettaglio, in Italia la componente femminile è pari al 29,7% tra i laureati tipici, ed al 31% tra tutti i laureati con competenze ingegneristiche, categoria in cui sono inclusi anche i laureati dei corsi della classe 4 Scienze dell’Architettura e dell’ingegneria edile (e loro corrispondenti delle classi L-17 Scienze dell’Architettura e L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia) delle ex-facoltà di Architettura, corsi in cui la presenza femminile è stata da sempre decisamente superiore a quanto rilevato tra gli ingegneri.
La presenza delle laureate risulta maggiore nei corsi attinenti al settore civile ed ambientale, sia tra i laureati di primo livello che di secondo. Anzi, tra questi ultimi le donne costituiscono addirittura la maggioranza dei laureati nelle classi LM-4 Architettura-Ingegneria edile sia nella “versione” a ciclo unico (57%), sia in quella tradizionale magistrale biennale (55%) e LM-21 Ingegneria biomedica (55,5%). Assai consistente anche la quota di laureate nelle classi LM-31 Ingegneria gestionale (40,1%), LM-35 Ingegneria per l’ambiente e il territorio (39,7%) e LM-22 Ingegneria chimica (38,7%), prima classe di laurea del gruppo industriale. Decisamente ridotte (meno del 10%) le quote di donne laureate nei corsi delle classi LM-33 Ingegneria meccanica e LM-28 Ingegneria elettrica.
GLI ATENEI
Va evidenziato che a fronte dei 60 Atenei che hanno conferito un titolo di laurea ingegneristico (nel senso più “proprio” del termine), ben 4 giovani su 10 hanno conseguito la laurea in uno dei 4 atenei più “popolosi”: il Politecnico di Milano (quasi 7.500 laureati nel 2015), quello di Torino (quasi 5.500), l’Università La Sapienza di Roma e l’Università Federico II di Napoli (con poco più di 3mila laureati ciascuna). Rispetto al 2014, per tutti e quattro questi Atenei si rileva un incremento del numero di laureati, ma in realtà, tra le prime 10 università (che concentrano il 61% di tutti i laureati in “ingegneria”), solo il Politecnico di Bari ha fatto registrare una leggera flessione del numero di laureati rispetto al 2014 (-1,6%). In 13 Atenei (di cui 1 in teledidattica) si sono registrati meno di 100 laureati.
I SETTORI
La distribuzione dei laureati tra i diversi ambiti di studio (civile-ambientale, industriale e dell’informazione) varia considerevolmente tra i corsi di primo e quelli di secondo livello. Nell’ambito dei corsi di primo livello, infatti, la componente più consistente, seppur in calo, è costituita dai laureati del settore industriale, che rappresentano quasi la metà dei laureati triennali “ingegneri”. Sostanzialmente stabile, su una quota che si aggira intorno al 20%, la parte dei laureati del settore civile ed ambientale, mentre appare in progressiva crescita la quota di laureati che opta per gli indirizzi informatici, elettronici e delle telecomunicazioni, visto che passa dal 28% del 2011 al 31,7% del 2015.
Un quadro completamente differente è invece quello offerto dai laureati magistrali/specialistici (a cui si aggiungono alcuni degli ultimi rimasti dei laureati del vecchio ordinamento): la parte più rilevante è infatti costituita dal settore civile ed ambientale (come indicato in precedenza, la minoranza tra i laureati triennali) che, con oltre 11mila unità, formano il 46,1% dei laureati di secondo livello. È bene precisare che nel novero dei laureati degli indirizzi civile ed ambientale sono considerati anche quelli della classe LM-4 (ex 4S) Architettura e ingegneria edile-architettura, che nella maggior parte dei casi hanno conseguito un titolo attinente più alla professione di architetto che di ingegnere. Trend positivo anche per i laureati del settore industriale, mentre quelli del settore dell’informazione risultano i meno numerosi ed in contrazione, all’opposto di quanto accade per i corsi di laurea triennali. Va tuttavia ricordato che, contrariamente a quanto avviene per i titoli di primo livello, alcune classi di laurea magistrale/specialistica (Ingegneria biomedica, dell’automazione, gestionale e della sicurezza) non sono conteggiate nel novero degli indirizzi dell’informazione, ma in quelli dell’area mista poiché permettono l’accesso oltre che al settore dell’informazione anche a quello industriale e, nel caso dell’ingegneria della sicurezza, anche a quello civile ed ambientale).
LA TRIENNALE
La percentuale di studenti che dopo la laurea triennale prosegue per quella magistrale (dati 2014) è molto elevata. In particolare, la quota di chi ha completato il triennio e si iscrive al biennio magistrale è pari all’85% per ciò che concerne ingegneria industriale, quasi all’84% ad Ingegneria civile ed ambientale ed al 76% nel caso di ingegneria dell’informazione. Il fatto che la larga maggioranza degli iscritti non si ferma al primo ciclo di studi ma prosegue, con successo, verso la laurea magistrale sottolinea ancora una volta la limitata utilità, percepita da molti studenti, della laurea triennale. Ciò fa anche ritenere che il percorso di studi universitari ottimale, perché più professionalizzante, sia quello quinquennale, in particolare per Ingegneria civile.
Infine, tra le classi di laurea magistrale (e le loro corrispondenti specialistiche), il gruppo più numeroso è costituito dai laureati della classe a ciclo unico LM-4 Architettura e Ingegneria Edile- Architettura con poco meno di 4mila giovani. Segue la stessa classe di laurea magistrale, ma non a ciclo unico (3.339 laureati), quindi Ingegneria gestionale (2.621 laureati), Ingegneria meccanica (2.550 laureati) e Ingegneria civile (2.352 laureati). Si rilevano ancora 179 laureati del Vecchio Ordinamento.
TELEMATICA
In progressiva crescita risulta anche il numero dei laureati delle cinque università telematiche che offrono corsi di ingegneria (Uninettuno, Unicusano e Marconi di Roma, E-Campus di Novedrate e Pegaso di Napoli): 718 nel 2015 contro i 596 del 2014. L’Università Marconi di Roma, con 318 laureati (tra primo e secondo livello), seppur in flessione rispetto al 2014, si conferma l’Ateneo principale in questa categoria, seguito dalla Pegaso di Napoli che, con 142 laureati, scavalca l’E-campus di Novedrate (124 laureati) e l’Uninettuno di Roma (110 laureati). Infine l’Unicusano ha registrato 24 laureati in Ingegneria.