“Un decreto del ministero, che entrerà in funzione a maggio-giugno di quest’anno prevede una maggior attenzione al tipo di caldaie che sono installate. Chi cambierà il riscaldamento secondo i criteri del decreto caldaiette potrà arrivare a ottenere un contributo fino al 65%”. Come riporta l’Ansa, è quanto anticipato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che, a Bologna, ha incontrato le regioni Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia per iniziative di coordinamento della qualità dell’aria.
Nei giorni scorsi, sempre il ministro Galletti ha inoltre preso parte al Question Time presso l’Aula Senato, affondando due tematiche in particolare: efficienza energetica e gestione dei rifiuti. Di seguito i passaggi salienti del suo intervento.
EFFICIENZA
Il Ministero dell’ambiente ha provveduto a predisporre un decreto sulla certificazione dei generatori di calore ad uso domestico, finalizzato alla diffusione di tecnologie sempre più efficienti e pulite; è stato inoltre predisposto un secondo decreto sulla individuazione di nuovi valori limite di emissione da applicare agli impianti a biomassa di natura industriale al fine di limitare il loro impatto sull’ambiente.
Target europei
Il 30 novembre 2016 è stato presentato dalla Commissione Europea il cosiddetto “winter package” che, completando il quadro di indirizzo degli impegni al 2030 sul clima e sull’energia, conferma la forte determinazione a proseguire e accelerare lungo il processo di decarbonizzazione delle nostre economie. Le proposte presenti nel pacchetto segnano le traiettorie che le future politiche energetiche dovranno seguire per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni, di sviluppo delle energie rinnovabili e incremento dell’efficienza energetica.
Come Ministro dell’Ambiente vedo con particolare favore la proposta della Commissione di prevedere un target vincolante e più ambizioso di quello definito dal Consiglio Europeo nel 2014 per l’efficienza energetica (incrementando dal 27% al 30% l’obiettivo di risparmio energetico calcolato sui consumi tendenziali al 2030). Questi target richiedono un impegno sul piano strategico e programmatico al quale far seguire un rafforzamento delle misure/strumenti per l’efficienza energetica.
Strategia nazionale
Sul piano della programmazione, i prossimi passi sono la revisione della SEN (Strategia Energetica Nazionale) e la predisposizione del Piano nazionale per l’energia e il clima 2021-2030 richiesto nell’ambito dell’Energy Union. In questa sede mi limito a ricordare che nella SEN varata nel 2013, veniva riconosciuto all’efficienza energetica un ruolo assolutamente centrale (è la prima delle sette priorità individuate nel documento). Su questo fronte si sta avviando una intensa collaborazione tra le Amministrazioni competenti, a partire dal mio Ministero e dal MiSE.
Sul piano delle misure messe in campo vorrei fare il punto su quanto fatto recentemente. Di concerto con il MiSE, sono stati stabiliti nuovi requisiti minimi da rispettare per la prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione. Con il recepimento della Direttiva 27/2012, dovrà essere ristrutturato almeno il 3%, per ogni anno, della superficie coperta utile degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale e da essa occupati. Al fine di rendere più efficace lo strumento è stato predisposto il decreto interministeriale del 16 febbraio 2016 che introduce alcune semplificazioni delle procedure di accesso ed erogazione dei finanziamenti, un ampliamento degli interventi ammessi, una rimodulazione degli incentivi riconosciuti.
È stato riattivato il Fondo Rotativo di Kyoto per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato per la riqualificazione energetica degli edifici scolastici e delle università, e a ciò si sono aggiunti l’estensione e il potenziamento delle detrazioni fiscali per chi migliora l’efficienza energetica degli edifici privati (Legge di Bilancio 2017). Infine, uscendo dalla riqualificazione energetica degli edifici, si segnala il meccanismo dei certificati bianchi, che in prospettiva avrà un impatto significativo sui risparmi energetici del comparto industriale.
RIFIUTI
I dati sulla gestione dei rifiuti, presentati lo scorso dicembre dall’Ispra e relativi all’anno 2015, offrono una fotografia dell’Italia in cui la percentuale di raccolta differenziata cresce di 2,3 punti rispetto all’anno 2014, raggiungendo il 47,5%, dato che, in valore assoluto, vuol dire che la raccolta differenziata supera i 14 milioni di tonnellate, con una crescita di 619 mila tonnellate rispetto al 2014 (+4,6%). I risultati raggiunti sono tuttavia disomogenei sul territorio nazionale. La vera sfida dei prossimi anni è di allineare gli standard di efficienza della gestione dei rifiuti delle diverse aree del territorio per raggiungere il comune obiettivo del 65% di raccolta differenziata, ovvero del 50% di avvio a riciclo.
La gestione
Prima ancora della raccolta differenziata e del riciclo, la gerarchia dei rifiuti pone però la prevenzione ai vertici delle forme di gestione. Anche sulla prevenzione vi è l’esigenza di un forte coordinamento tra livello centrale e regionale. L’integrazione del Programma nazionale nei piani regionali rappresenta la condizione necessaria e indispensabile affinché le misure previste a livello nazionale possano dispiegare i propri effetti e portare al raggiungimento dei previsti obiettivi di riduzione.
In questi anni il Ministero ha dato luogo ad una attività di approfondimento dell’attuazione, a livello regionale, della normativa che disciplina la gestione integrata del ciclo dei rifiuti. In particolare con le Regioni Calabria, Campania, Puglia, Liguria, Sicilia, Veneto, Marche e Abruzzo si è avviato un percorso collaborativo atto a superare le varie criticità territoriali. Se da un lato quindi è richiesto alle Regioni e ai Comuni di creare le condizioni per un efficiente rete di raccolta dei rifiuti, perché questa possa davvero diventare funzionale al sistema Paese e creare nuove opportunità economiche è necessario che vi sia un’adeguata dotazione infrastrutturale, tale da permettere la valorizzazione dei rifiuti.
Con i d.P.C.M. del 7 marzo 2016 e del 10 agosto 2016, adottati in attuazione dello Sblocca Italia, il Ministero ha condotto una ricognizione sul fabbisogno nazionale di termovalorizzazione e di compostaggio individuando dotazioni impiantistiche necessarie e i fabbisogni residui da soddisfare, al fine di garantire la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti. Come è noto, infatti, l’articolo 35 dello “Sblocca Italia” ha previsto che, su proposta del mio Ministero, si provveda alla adozione di due d.P.C.M aventi ad oggetto:
* la ricognizione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani esistenti o autorizzati a livello nazionale, la determinazione della capacità impiantistica necessaria a soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento, nonché l’individuazione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati necessari per coprire il relativo fabbisogno residuo (comma 1);
* la ricognizione della capacità impiantistica di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata e la determinazione della capacità necessaria a soddisfare il fabbisogno residuo di trattamento (comma 2).
Il ciclo integrato dei rifiuti si compone di diversi elementi che devono necessariamente essere realizzati tutti: la mancanza di un solo anello determinerebbe l’impossibilità di chiudere il ciclo e la conseguente necessità di far ricorso allo smaltimento in discarica. Le capacità di incenerimento individuate, lungi dal sostituirsi ad altre forme di gestione più virtuose, sono necessarie alle predette finalità.
Il compostaggio
Tra le varie attività che ha visto impegnato il Ministero segnalo quella per il corretto trattamento della frazione organica dei rifiuti. La frazione maggiormente raccolta in modo differenziato è infatti proprio la frazione organica che costituisce circa il 43,31% del totale raccolto. Secondo il Rapporto rifiuti urbani 2016, nel 2015 la frazione organica registra tra il 2014 e il 2015, un incremento di circa 350 mila tonnellate e si attesta a quasi 6,1 milioni di tonnellate di cui 3,4 milioni di tonnellate raccolte nelle regioni settentrionali, 1,2 milioni di tonnellate nel Centro e quasi 1,5 milioni di tonnellate nel Sud.
In ordine alla quantificazione del fabbisogno impiantistico per il riciclo della frazione organica il Ministero dell’ambiente ha emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 marzo 2016, in attuazione dell’art. 35. Il fabbisogno teorico di impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani è stimato sulla base dell’ipotesi di estendere la raccolta differenziata di tale frazione a tutti i Comuni e di intercettare la maggior parte della frazione organica presente nel rifiuto prodotto. La ricognizione degli impianti presenti è stata fatta considerando l’offerta impiantistica atta a dare continuità e solidità al sistema. Dalle analisi condotte emerge una situazione di grave deficit per l’area geografica meridionale.
In tema di riciclaggio della frazione organica è, inoltre, in fase di pubblicazione in G.U. il decreto ministeriale recante “i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunità di rifiuti organici” che introduce una tipologia di impianto di piccola taglia con la peculiarità di essere gestito collettivamente dalle utenze domestiche e non domestiche, in qualità di utenze conferenti nell’apparecchiatura, al fine dell’ottenimento del compost da utilizzare tra le medesime.
L’obiettivo perseguito è quello di ridurre gli impatti derivanti dalla gestione della frazione organica dei rifiuti urbani contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio, ai sensi dell’articolo 11 della direttiva 2008/98/CE, e di riduzione del conferimento dei rifiuti biodegradabili in discarica, ai sensi dell’articolo 5 della direttiva 1999/31/CE. L’attività di compostaggio di comunità, in quanto attività di riciclaggio partecipa al raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio del 50% dei rifiuti urbani e dell’obiettivo di riduzione del conferimento dei rifiuti biodegradabili in discarica.