Numerose le reazioni degli addetti ai lavori sull’approvazione del decreto ministeriale e delle Linee Guida che faranno da viatico al cosiddetto sismabonus. Di seguito una carrellata di pareri.
CONFEDILIZIA
“Il definitivo via libera al Sismabonus – grazie al decreto firmato dal ministro Delrio – segna un importante passaggio sulla strada della prevenzione contro il rischio sismico”. È il commento del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, secondo il quale una seria politica in questo senso si basa sul rafforzamento e sull’ampliamento delle agevolazioni fiscali per queste tipologie di interventi nonché sulla loro stabilizzazione, per facilitarne l’utilizzo negli edifici condominiali. È un’impostazione – va detto – che abbiamo visto realizzarsi nelle politiche iniziate dal Governo Renzi e proseguite dal Governo Gentiloni. Risponde a questa filosofia il meccanismo messo a punto attraverso l’ultima legge di bilancio, vale a dire quello della concessione di rilevanti agevolazioni fiscali (fino all’85 per cento della spesa sostenuta) in funzione della diminuzione di rischio sismico”.
Ma Spaziani Testa pone l’accento anche su un altro aspetto. “Confedilizia farà la sua parte per favorire la massima diffusione delle nuove detrazioni finché sarà tenuta dritta la barra della politica degli incentivi, che si contrappone a quella degli inutili e costosi obblighi generalizzati, richiesti da categorie interessate. Nel contempo, continueremo ad essere protagonisti per studiare – con le università, con i migliori esperti e con lo stesso Governo – le strade più efficaci per far sì che il vastissimo patrimonio immobiliare del nostro Paese possa essere interessato da una costante, progressiva e fruttuosa opera di riqualificazione. Con realismo, senza illudersi di poter realizzare con la bacchetta magica ciò che solo il tempo, e politiche costanti di attenzione alle necessità dei proprietari, potranno rendere possibile”.
SOOGEA
“La presentazione da parte del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, delle Linee Guida sugli incentivi fiscali per gli adeguamenti antisismici degli edifici rappresenta una tappa molto importante: è la prima volta che in Italia si prova a puntare con decisione sulla prevenzione, tra l’altro senza che la fase emergenziale sia ancora terminata. Certo, non si può non sottolineare come il miliardo all’anno di stanziamenti previsti nella Legge di Stabilità rappresenti un fondo troppo esiguo per pensare di mettere in sicurezza un Paese tanto fragile dal punto di vista urbanistico in un arco temporale ragionevole”. A dichiararlo è l’ingegner Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.
“C’è da dire che i margini di manovra del Governo erano piuttosto stretti – prosegue Simoncini -. E questo soprattutto in mancanza di una sostanziale apertura in fatto di flessibilità dei conti nazionali da parte dell’Unione Europea. Considerata la vastità delle criticità sismiche del nostro Paese, una prima serie di interventi di messa in sicurezza di ampia portata avrebbe avuto bisogno di almeno venti miliardi di euro. E per un consolidamento complessivo non si può pensare a una cifra inferiore ai cento miliardi”.
Soldi che, almeno in questa misura, non ci sono. “Ovviamente, si dovrà procedere con le risorse a disposizione in questa fase e, dunque, sarà fondamentale che gli interventi siano il più possibile mirati e organici. Nei centri storici, ad esempio, si dovrà necessariamente procedere per aggregati di case, perché la particolare conformazione urbanistica di città e borghi renderebbe molto meno efficace il consolidamento di un singolo edificio senza intervenire contestualmente su quelli costruiti sotto o sopra di esso. Il problema è che in molti casi ci si trova di fronte a proprietari diversi, a seconde case di persone magari emigrate all’estero o addirittura a case sfitte. Su problematiche come questa un ruolo chiave lo ricopriranno soprattutto gli enti locali e le loro amministrazioni”.
ANCE
“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la firma del decreto sulla classificazione sismica – commenta il presidente dell’associazione costruttori, Gabriele Buia, ringraziando il ministro Delrio per essere riuscito, insieme a tutti coloro che hanno collaborato in questi mesi alla definizione delle misure, a rispettare i tempi previsti, così come auspicato espressamente dall’Ance -. Il decreto rappresenta, infatti, uno strumento essenziale per sfruttare pienamente il sismabonus dell’85% e dare il via a quel grande piano di prevenzione del rischio sismico che per Ance rappresenta una priorità assoluta. Auspichiamo che si proceda ora velocemente alla definizione degli strumenti che rendano possibile la cessione a terzi dei crediti fiscali derivanti dagli interventi di messa in sicurezza”.